Calabria/La vergogna dei 1300 medici imboscati

(FS) Il consigliere regionale Tavernise continua la sua meritoria battaglia per conoscere l’entità del fenomeno dei medici e oss imboscati negli uffici o inidonei per il ruolo per il quale sono stati assunti. Ancora l’azienda di Cosenza non fornisce dati per cui siamo a 1200 medici inidonei. Nel silenzio generale delle altre forze politiche (oggi però interviene Graziano di Azione) la vergogna non viene affrontata e neppure il disegno di legge presentato da Tavernise viene preso in considerazione. E’ chiaro che in uno stato di diritto funzionante tutti gli inidonei dovrebbero essere ricontrollati da un organismo superpartes ed è chiaro anche che il fenomeno andrebbe normato per il futuro. Perchè, per esempio, un medico assunto in ospedale con uno stipendio, se giudicato inidoneo a certi lavori non riceve una diminuzione del suo stipendio? In Italia solo se tocchi la tasca dei cittadini ottieni risultati.

“Da tempo denuncio il fenomeno dei medici “inidonei” e imboscati negli uffici amministrativi delle Asp calabresi. Ora la Corte dei Conti nella relazione del procuratore contabile Romeo Ermenegildo Palma, riprende il mio allarme: la Calabria detiene un triste primato nazionale per certificati di inidoneità nel settore sanitario”. Lo afferma, in una nota, il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale Davide Tavernise. “Il documento della Corte dei Conti – continua – è perentorio nel riportare i dati del mio dossier: più di 1.300 dipendenti sanitari risultano inidonei o con limitazioni di servizio, molti con certificati rilasciati in circostanze poco chiare. Oltre 120 operatori sanitari sono stati trasferiti in ruoli amministrativi, mentre gli ospedali soffrono una carenza cronica di personale. I certificati di inidoneità sono spesso firmati da commissioni interne che potrebbero non essere del tutto imparziali. Ma la problematica non è ancora stata risolta. E per avere un quadro completo della situazione regionale – aggiunge Tavernise – aspetto ancora i dati dell’Asp di Cosenza, dati che ad oggi mi sono stati negati. Per questo motivo il 25 febbraio 2025, ho presentato una richiesta di riesame al Difensore Civico regionale a seguito del silenzio dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza sulla mia richiesta di accesso agli atti riguardante i dati sul personale sanitario impiegato in mansioni diverse da quelle per cui è stato assunto e sulle certificazioni di inidoneità lavorativa”. Tavernise aggiunge che “mentre tutte le altre Asp e Aziende Ospedaliere della Calabria hanno risposto correttamente a richieste analoghe, l’Asp di Cosenza continua a negare informazioni fondamentali per la trasparenza e il controllo istituzionale. Si tratta di un comportamento inaccettabile che ostacola il mio diritto di esercitare il mandato con piena conoscenza delle condizioni in cui versa la sanità pubblica calabrese. L’Asp di Cosenza, nella risposta ricevuta dal Commissario Straordinario Antonio Graziano nel dicembre 2022, ha dichiarato che raccogliere questi dati sarebbe “di difficile rilevazione” a causa dell’alto numero di dipendenti, circa 5mila unità. Una giustificazione che suona come una resa: possibile che un’amministrazione sanitaria non abbia il controllo sul proprio personale? Numeri che fanno riflettere, soprattutto se si ricorda la forte denuncia del presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto, che nei mesi scorsi, con tanto di post e video sui social, aveva parlato di oltre mille infermieri inidonei e promesso una grande indagine sul fenomeno. Indagine che, a quanto pare, è rimasta nel cassetto. Quindi, alla fine, chi si è imboscato meglio? Alcuni operatori sanitari o lo stesso Occhiuto, che sulla sanità continua a fare grandi annunci e sparire quando c’è da dare risposte? Per questo ho chiesto al Difensore Civico non solo di intervenire per sbloccare la situazione, ma anche di valutare la nomina di un commissario ad acta, affinché si ponga fine a questa ingiustificabile mancanza di trasparenza. Non possiamo accettare – prosegue – che in Calabria l’accesso agli atti diventi un percorso a ostacoli. La sanità pubblica appartiene ai cittadini, e i cittadini hanno diritto a sapere come vengono gestite le risorse e il personale sanitario. Continuerò a battermi affinché venga fatta piena luce su questa vicenda”.

(sul blog v. anche Calabria/Nessuno sa quanti medici infermieri e oss sono imboscati negli uffici, 23/1/24)