Merz ha capito. Negli Usa un terremoto

«Quello che sta succedendo a Washington è un terremoto, e quando c’è un terremoto la mappa e la segnaletica cambiano, le direzioni politiche, la destra e la sinistra sono disorientate. Ci troviamo in una fase un po’ paradossale in cui i cosiddetti sovranisti sostengono l’ingerenza estera, come fa la Lega con Elon Musk, e la sinistra di solito europeista in Italia non sa bene come collocarsi. E in Germania un super-atlantista come Friedrich Merz cambia visione», dice il politologo italo-francese Gilles Gressani, fondatore della rivista Le Grand Continent.

A Parigi ieri la riunione dei capi di stato maggiore, oggi quella dei cinque ministri della Difesa. Come valuta il protagonismo della Francia in questa fase?

«Mi sembra un protagonismo strutturale legato alla sua posizione e alla continuità militare, dalla deterrenza alla capacità di mobilitare un esercito al di là delle frontiere. Ma non c’è niente di sorprendente».

In che senso?

«La Francia vive un momento simile a quello dell’Europa centro-orientale dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, che ha detto al resto dell’Europa “finalmente vi rendete conto che la Russia è davvero una minaccia, che Putin vuole davvero ristabilire l’impero sovietico”».

E che cosa dice oggi la Francia?

«Che è vero quel che ripete da settant’anni, cioè che non c’è un’alleanza profonda con gli Stati Uniti ma c’è stata una provvisoria convergenza di interessi. Ma appunto non è sorprendente. Il vero punto strutturale, per capire come si sta spostando l’equilibrio generale europeo e la Commissione, è la Germania».

Il futuro cancelliere Merz ha già preso posizioni molto significative, per esempio riguardo alla possibilità di accettare l’offerta di ombrello nucleare francese.

«Per capire la portata della svolta tedesca va detto che Merz è o meglio era un atlantista ancora più convinto di un conservatore tedesco medio. Per questo la trasformazione del suo discorso oggi è così impressionante. Dice in sostanza che Mosca e Washington, il Cremlino e la Casa Bianca, sono due fonti di rischio. In modo diverso, ma da prendere in quanto tali. È un cambiamento epocale. Forse solo Merz poteva permetterselo».

Proprio perché di formazione così atlantista?

«Sì, certe svolte le fanno i grandi politici che possono permettersi un capovolgimento. È il conservatore Bismarck che pone le basi dello Stato sociale tedesco, è l’anti comunista Nixon che apre alla Cina, è il socialista Mitterrand che fa la svolta liberale del 1983. Il futuro cancelliere Merz avrà una serie di effetti profondi su tutta l’Europa».

A cominciare da Bruxelles?

«Il Partito popolare europeo, ovvero il primo partito e l’unico non uscito con le ossa rotte dalle ultime europee, esprimerà di nuovo il leader di uno Stato centrale in Europa. Finirà il paradosso per cui i leader che sedevano al Consiglio europeo non erano di matrice popolare. Questo avrà conseguenze anche negli altri Paesi europei, per esempio in Italia».

In che modo Merz cancelliere cambia gli equilibri in Italia?

«Forza Italia sarà attratta in modo gravitazionale sulle posizioni del cancelliere, così come oggi vediamo la Lega di Salvini attratta in modo gravitazionale sulle posizioni della Casa Bianca e di Elon Musk».

Trump riuscirà a rivitalizzare l’Europa?

«Nell’opinione europea si sta facendo largo un forte rigetto del vassallaggio nei confronti degli Usa. Per questo in Francia Marine Le Pen e Bardella sono in imbarazzo».