Le ore buco nell’orario di un docente secondo i giudici

Troppe “ore buco”? Docente fa ricorso perché gli vengano retribuite. I giudici: prevedere retribuzione in sede di contrattazione integrativa (avv. Marco Barone, Orizzonte scuola). 

La questione delle ore buco nell’orario dei docenti è una antica questione che col passare degli anni è diventata questione di lana caprina. A mio parere è anche comica quando ci si rivolge ai giudici per ottenere benefici economici.

La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la decisione di primo grado, respingendo il ricorso presentato da un docente. L’insegnante aveva chiesto il riconoscimento economico delle cosiddette ore buco, ovvero i periodi di inattività tra una lezione e l’altra.

Secondo la Cassazione c’è un solo modo per considerare le ore buche come tempo lavorativo effettivo. Quando il docente dimostra che le ore buco sono funzionali a esigenze datoriali, in particolare per coprire spostamenti tra sedi dello stesso istituto. La giurisprudenza riconosce che, se tale uso fosse dimostrato, queste ore potrebbero rientrare nell’orario lavorativo ordinario e quindi essere retribuite. Fuori di questo caso specifico, le ore buche non possono essere retribuite. Anche perchè, come sanno tutti quelli che lavorano nelle scuole, il numero e la collocazione delle ore buche non fanno lamentare tutti i docenti allo stesso modo. Da preside sapevo che un orario compatto (senza buchi) agli avvocati non piaceva perchè loro al contrario volevano le ore buche per andare in Tribunale al mattino tra una lezione ed un’altra. Poi ci sono i docenti ai quali le ore buche non dispiacciono purchè siano presenti nei giorni e nelle ore che dicono loro. Insomma, ciascun professore, come qualsiasi lavoratore, vorrebbe potersi disegnare a suo piacimento l’orario di lavoro, e nelle scuole, dal momento che gli stipendi sono bassi, l’orario (come le ferie e tante altre cose) sono considerati una sorta di benefit. Ne discende che il compilatore dell’orario scolastico è diventato il più blandito tra i proff di una scuola. Dopo di che, per chi non riesce ad essere soddisfatto in privato, resta il ricorso al giudice, perchè i giudici hanno nel nostro paese l’ultima parola su tutto lo scibile umano e su tutti i casi della vita. E ancora non si è capito se tale potere l’hanno voluto loro oppure gli è stato dato dai cittadini.