Subito dopo la notizia di Pontedera (arrestato insegnante di un istituto superiore. L’uomo è ai domiciliari per abusi nei confronti di una studentessa allora minorenne), oggi un’altra notizia riguarda Pistoia: presunta violenza sessuale a scuola, professore e preside arrestati ai domiciliari.
I fatti sarebbero accaduti lo scorso autunno in una scuola superiore. La madre di una allieva minorenne ha sporto denuncia. La dirigente è accusata di favoreggiamento (art. 378 cp). La dirigente – secondo la ricostruzione dell’accusa – ha aiutato il docente a eludere le investigazioni tenendolo al corrente della denuncia che pendeva a suo carico.
E’ la prima volta (ma magari mi sbaglio) che mi capita di leggere di un arresto che concerne prof e preside insieme, pertanto, fermo restando che conosciamo solo la tesi dell’accusa, vorrei riflettere su un corto circuito mentale sul quale ho già scritto diverse volte. Il tema riguarda pur sempre il cd garantismo, che in Italia viene declinato dalle varie sette o clan o tribù o caste in cui è divisa la nostra società in un solo modo: quando riguarda gli altri siamo colpevolisti, quando riguarda noi invece siamo innocentisti. Ci sono tre categorie, i garantisti, i giustizialisti e i garantisti idioti. Questi ultimi non agiscono, restano in attesa, ma siccome le sentenze dei giudici arrivano in tempi biblici essi di fatto favoriscono i colpevoli. E’ un trucchetto da quattro soldi, questo, e connota i falsi garantisti. In genere il garantista idiota dinnanzi ad una accusa nei confronti di un docente allarga le braccia e dice: e io che posso fare? Ho bisogno delle prove. L’idiota non sa che è lui stesso che si deve procurare le prove, non aspettare che qualcun altro gliele porti su un vassoio.
Quando io ero un alunno il mio preside non aveva alcuna responsabilità giuridica: era un semplice esecutore di ordini provenienti dall’alto. Oggi un dirigente scolastico è l’unico responsabile giuridico della scuola autonoma. Di tutto quello che succede dentro l’edificio egli è responsabile, pertanto non gli è consentito assumere le sembianze del semplice passante, dire non sapevo, non mi ero accorto, che ne so io?
Il concetto ancora non è stato metabolizzato dai dirigenti per cui tanti vorrebbero fare i manager ma senza essere responsabili, come i presidi prima del 2000. Non intendono ancora capire che essi devono sapere tutto di quel che avviene dentro la loro scuola (e anche fuori, si pensi ai viaggi). Direi che gli conviene sapere tutto, essendo responsabili proprio di tutto.
In Italia, per dire, ci sono o ci sono stati casi di bidelli accusati di pedofilia che sono andati in pensione rimanendo per decenni sempre a lavorare nella stessa scuola. Sino a sentenza passata in giudicato, si dice, si presume che siano innocenti e pertanto nessuno, tanto meno un dirigente scolastico, si pone il problema se sia il caso o sia opportuno che continui a lavorare proprio nella stessa scuola dove è stato accusato. “Condannato due volte, bidello pedofilo continua a lavorare e abusa di un altro bambino. Il caso gravissimo in una scuola elementare romana” (il Giornale 1/3/23). Possiamo considerare il dirigente di questa scuola un garantista? Certamente sì, ma idiota, le due cose non si escludono. Un’altra vicenda risale al 2008 (Il Fatto quotidiano, 8/2/2014). “Un collaboratore scolastico è stato condannato a sei anni di carcere per molestie sessuali su un alunno di una scuola di Roma al Colle Oppio. Già tre anni prima aveva abusato di una bambina di 12 e nel ’91 aveva già subito una condanna per violenza sessuale su un minore. Ma, incredibilmente, girava da un istituto all’altro“. Un bidello già condannato per molestie ai bambini ha girato tre scuole con una autocertificazione falsa. Certamente al pm i dirigenti garantisti delle tre scuole avranno detto: cosa ne sapevamo noi che l’autocertificazione fosse falsa?
A me pare che, in generale, il nostro garantismo sia un grande equivoco. Sto svolgendo un ragionamento partendo dai casi estremi, ma che non ho inventato io, ho dimostrato come siano reali. Aggiungo che se addirittura un bidello accusato di essere un pedofilo vien fatto rimanere nella stessa scuola in nome del garantismo, si capisce perchè un dirigente il quale viene a sapere che il prof. Tizio è accusato di molestie ai danni di una alunna/o la prima cosa alla quale pensa è quella di convocare nel suo ufficio il docente e di dirgli: lo sai cosa dicono di te? Lo convoca perchè il garantista idiota ritiene che il suo compito consiste nell'”ascoltare sempre le due campane”.
Ecco il punto cruciale, ovvero il più grande fraintendimento culturale che persiste nel nostro paese, considerare il garantismo delle 2 campane come posizione super partes. Tra accusa e difesa, tra innocentisti e colpevolisti, tra verità e menzogna, il garantista idiota o pavido (in genere non conosce il diritto positivo e quindi è così sprovveduto che ragiona solo sulle carte), assomiglia in buona sostanza ai nènèisti italiani (nè con l’Europa nè con Trump). Un’alunna, o un genitore, accusa un docente, il docente si difende e il dirigente scolastico delle 2 campane sale su un piedistallo e crede di essere garantista se non sta con nessuno, se ascolta entrambi e cerca di capire. Così come facciamo quando per strada vediamo due persone picchiarsi e noi che non sappiamo come sia incominciato l’alterco, restiamo a guardare al massimo sussurrando “buoni, buoni, state buoni”. Questa forma di garantismo, lo si capisce subito, ci riporta al Pilato dei Vangeli. Sia Matteo, che narra il gesto di Pilato del lavarsi pubblicamente le mani, sia Giovanni, che racconta della delega di Pilato al furor di popolo nella scelta fra salvare Gesù o Barabba, evidenziano con particolare chiarezza che Pilato non si sia voluto prendere la responsabilità di una scelta. Ed è questo il carattere spregiativo che emerge nel pilatesco – la non decisione, la fuga dalla responsabilità. Il garantismo scolastico in genere è comportamento pilatesco perchè non solo è contrario al diritto (come spiegano alle matricole, la logica giuridica è l’applicazione della logica ai discorsi giuridici), ma sfuggendo la scelta, mette sullo stesso piano soggetti che non lo sono. Anche l’attendere o lo stare a guardare del dirigente è pur sempre una scelta precisa che favorisce il colpevole. Il processo accusatorio è basato, appunto, sulla presenza di un giudice terzo e di due parti (accusa e difesa) poste sullo stesso piano. A scuola alunno e docente non sono sullo stesso piano, per età, per ruolo o prestigio. Inoltre questo garantismo super partes può manifestarsi anche in relazioni diverse, al di là degli episodi di molestie tra docente e studente. Immaginiamo che due dipendenti adulti sviluppino tra loro un contenzioso all’interno di una scuola. Magari si denunciano a vicenda, o si bisticciano, si azzuffano, litigano. Il dirigente cosa fa? Sta a guardare, aspetta istruzioni, chiama un ispettore, attende la decisione di un giudice? Il garantista idiota diventa ancora una volta pilatesco se per esempio lascia i due contendenti nella stessa classe o nella stessa stanza, o nello stesso plesso, insomma, per capirci, se lascia le cose come stanno, come le trova, come erano prima della scintilla. I nènèisti, i superpartes, i neutrali, si immaginano garantisti rimanendo dunque a guardare, limitandosi a volare alto nel loro cielo astratto dove è stampata la vecchia massima andreottiana che i problemi si risolvono da soli, basta non affrontarli.
Pertanto, tornando alla scuola di Pistoia dove in un istituto superiore la dirigente – secondo la ricostruzione dell’accusa – avrebbe aiutato il docente a eludere le investigazioni anche attraverso una segnalazione pregiudizievole nei confronti della minore, vedremo gli sviluppi ma sarei del parere che ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di garantismo pilatesco, ennesimo caso di dirigenti delle 2 campane aspiranti super partes che in pratica sanno tutelare solo i più forti, i più prepotenti, i più arroganti. In fondo, lavarsene le mani e far decidere il popolo o la magistratura è la stessa cosa.