Per l’angolo della magia, oggi vi illustrerò due metodi infallibili per apparire intelligenti e coraggiosi dicendo cose sciocche e pusillanimi. Potete provarli a casa senza rischi, anche se l’ideale è sperimentarli in un editoriale, in un talk-show o – se avete questo privilegio – sul palco della manifestazione pacifista del 5 aprile convocata dal cuor di leone Giuseppe Conte. Sono due metodi strettamente imparentati, e quasi sempre a usarli sono le stesse persone. Il primo, che la professoressa Donatella Di Cesare ha innalzato fino alle vette del virtuosismo, richiede tre fasi: 1) formulate un’idea così rozza e ingenua che nessuna persona con un po’ di sale in zucca sarebbe disposta a sottoscriverla; 2) ribattezzatela “pensiero unico”; 3) partite lancia in resta per infilzare il vostro drago di cartapesta. Esempio: “Il pensiero unico bellicista vuol farvi credere che Putin è il male assoluto e che l’occidente non ha colpe. Ma le cose sono più complesse!”.
Quanto al secondo metodo, in cui eccelle il rettore Tomaso Montanari, richiede anch’esso tre passaggi: 1) anzitutto, sopprimete una premessa che qualunque persona assennata dovrebbe sempre tener presente, ossia che la storia umana è per lo più una favola scritta da un idiota, piena di strepito e furore, che non significa nulla; 2) a questo punto scegliete una delle mille “contraddizioni” nel campo dell’occidente, che predica bene e razzola male, con la destra fa una cosa mentre con la sinistra ne fa un’altra, non si mostra mai all’altezza dei suoi valori propagandati; 3) agitate moralisticamente questa contraddizione – la materia di cui è fatta l’intera storia universale – chiamandola “ipocrisia”. Es. “L’ipocrisia dell’Occidente che attacca la Russia ma fa affari con Putin”. I due metodi funzionano, perché oltre a imbiancarvi di virtù farete sentire intelligenti e coraggiosi anche quelli che vi applaudono. Il che, a ben vedere, è una buona definizione del populismo intellettuale.