La nostra Calabria vive di chiacchiere per cui quando capita di tornare alla dura realtà non c’è il risveglio ma solo la presa di coscienza. Si legge: Us Palmese, l’addio amaro del patron Sergi vittima di un atto intimidatorio. «Lascio il 27 aprile». Ma come, ci avete rotto le scatole per un mese intero con il film Us Palmese e adesso si torna alla realtà?
Abbiamo letto: U.S. Palmese, il film dei Manetti Bros girato in Calabria è uscito ieri in contemporanea in 300 sale in tutta Italia. Un’autentica favola calcistica, intrisa di emozione e allegria, dove il battito dei cuori si intreccia con la voglia di credere ancora nei sogni. Ieri sera, il film è stato presentato e proiettato alla presenza degli attori e dei registi al Cinema Citrigno di Cosenza: sold out per l’occasione. Prezioso il lavoro della Film Commission, riconosciuto da cast e produzione, un investimento nella pellicola e nelle produzioni cinematografiche necessario anche a valorizzare il territorio, per offrire delle opportunità di lavoro concrete alle maestranze locali come avvenuto proprio nel caso della realizzazione di Us Palmese.
«Un’opera cinematografica tra le migliori di questa nuova Film Commission» – ha commentato ai nostri microfoni il presidente Anton Giulio Grande –felice della narrazione offerta e di collaborazioni preziose e proficue come quella con i Manetti Bros. (redazione@corrierecal.it).
Le chiacchiere stanno a zero non soltanto perchè la dura realtà smentisce tutti gli stereotipi che con qualsiasi mezzo si continuano ad accumulare sulla Calabria e i calabresi, ma soltanto per la ragione che un film costato ben 5 milioni ad oggi ancora non ne incassato neppure uno. Qui non è questione di critica e critici, di malelingue o adoratori cortesi, qui è il mercato che ha decretato la nullità di un film finanziato dalla Calabria Film Commission.
La CFC ormai lo hanno capito tutti è una sorta di bancomat di Occhiuto dove i clientes attingono senza che spese ed elargizioni trovino trasparenza e informazione. Si pensi, come sta documentando iacchitè-blog, alle spese effettuate per il Capodanno Rai a Reggio Calabria. Un resoconto provvisorio è arrivato finora a oltre 2 milioni di euro. Un evento, così come quello di Crotone, che non ha portato un turista in più nella nostra regione. La voce “turismo” assorbe infinite risorse intrecciandosi con la voce “pubblicità” e altre invenzioni linguistiche o giochi di parole per spargere in giro alte cortine fumogene.
Basterebbe, come scriviamo da decenni, che ogni euro di spesa della Regione non finisse ai clientes, ma nelle tasche del turista che arriva in Calabria. No, troppo facile. Invece quell’euro deve passare attraverso intermediari, persuasori non tanto occulti, soliti noti, enti, manager, pseudoartisti, i quali tutti insieme dovrebbero contribuire a portare in Calabria frotte di turisti. Oppure dovrebbero servire ad invogliare, facendo conoscere la Calabria meravigliosa. Ecco, torniamo da dove siamo partiti. Le meraviglie di Calabria non esistono e quindi non possono essere esaltate, propagandate, fatte vedere.
Gli americani, che di queste cose se ne intendono, non Occhiuto & Vigna, lo sappiamo bene come fanno. Prendiamo i Mc Donalds. Fanno una pubblicità e ti dicono: dal 10 sino a fine mese su ogni Mc Crispy sconto di 50 centesimi. Bastano questi piccoli 50 centesimi per farti vedere lunghe file di automobili che aspettano il turno di comprare il loro prodotto con lo sconto.
Allo stesso modo se la Regione Calabria dicesse ai turisti: su ogni soggiorno di 3 giorni in un albergo calabrese, vi regaliamo 10 euro di sconto a persona, potremmo avere un ritorno immediato. Basta saper contare il numero dei turisti che ne hanno diritto e non ci sarebbe neppure bisogno di appalti e artifici contabili.