A me pare che sia proprio la destra di governo a presentare il 25 aprile come la festa della minoranza, come un anniversario che riguarda soltanto una parte del Paese, quella al momento all’opposizione. Ovviamente non è così. Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani. Ottant’anni fa, in questi stessi giorni, tutti gli italiani ritrovavano la libertà. Furono giorni durissimi, anche di violenze e di sangue. Ma furono giorni in cui finiva l’occupazione nazista, in cui l’Italia recuperava la propria indipendenza. I giovani italiani non sarebbero più stati costretti a combattere per i nazisti invasori, con l’alternativa di essere fucilati in piazza, come i renitenti alla leva in Campo di Marte a Firenze, o impiccati agli alberi, come accadde a Bassano. La massima concessione cui sembra disposta la destra di governo è riconoscere che ci fu un altro 25 aprile, quello dei partigiani non di sinistra. In effetti in questa pagina da più di otto anni ci diciamo che i partigiani non erano certo tutti di sinistra, e che ci furono molti modi di dire no ai nazifascisti: un no pronunciato da militari, carabinieri, poliziotti, ebrei, donne, internati militari in Germania, sacerdoti, suore. Detto questo, non esiste un altro 25 aprile. Il 25 aprile è uno solo, e dovrebbe essere sentito come tale da tutti gli italiani. E il valore della Resistenza è proprio questo: italiani che la pensavano molto diversamente seppero unirsi contro i nazifascisti dalla stessa parte. La parte giusta.