MARCHIONNE: IL NOSTRO PROVINCIALISMO

“Ma credo che sia fondamentale non lasciarsi scappare la possibilità di imparare dall’esempio degli altri. Dobbiamo osservare il mondo attorno a noi e i comportamenti delle persone, per trarne informazioni su cosa è meglio fare e non fare. E non dobbiamo mai pensare di saperne abbastanza: “io so di non sapere”, diceva Socrate”.  Così diceva Sergio Marchionne parlando agli studenti della Bocconi nel 2013. Tra le tante cose spiegava il nostro “provincialismo”. “Bisogna stare attenti a fare gli arroganti in giro per il mondo, ci vuole gente che non è condizionata , con un’ apertura mentale assoluta, senza pregiudizi. S’impara molto andando fuori. Nel 2004 perdevo 5 milioni al giorno in Fiat. Arrivo ad agosto e mi dicono che in azienda non c’è nessuno perché sono in ferie. Ma in ferie da cosa? La Fiat è un’azienda multinazionale, ma in Brasile se ne fregano di agosto, in America in agosto si lavora, la Fiat invece chiudeva. Anche questo atteggiamento estremamente provinciale di dire, noi siamo la Fiat e stabiliamo quando il mondo va in ferie, è una pirlata, il mondo se ne frega, se ne frega che siamo belli, che abbiamo belle macchine, che sappiamo cantare, sono tutte cose che a livello internazionale non contano niente. Il fatto che ci consideriamo intelligenti non vale un carano, andiamo a misurarci al di fuori, andiamo a competere, ci mettiamo sullo stesso tipo di tappeto sul quale stanno gli altri e poi vediamo se siamo capaci o no. La nostra importanza come business va misurata a livello globale e non nazionale, il livello nazionale non vale più niente. Il fatto che siamo bravi in Italia non significa più niente”.