PROMESSE DA DI MAIO: BASTA PRIVILEGI DEI SINDACALISTI

I sindacalisti, pur non appartenendo a una gestione previdenziale a sé stante, hanno regole contributive diverse dagli altri lavoratori. Possono, infatti, vedersi ugualmente versati i contributi (o addirittura lo stipendio) da enti terzi rispetto al sindacato presso cui prestano effettivamente il lavoro. Possono, prima di andare in pensione, farsi pagare dalle organizzazioni sindacali incrementi delle proprie pensioni a condizioni molto vantaggiose. Una volta assunto un incarico sindacale il lavoratore viene messo in aspettativa non retribuita dall’azienda o dall’amministrazione in cui lavorava. Nonostante la sospensione del rapporto di lavoro, la posizione del rappresentante sindacale in aspettativa non retribuita viene tutelata sotto il profilo pensionistico con l’accredito dei contributi figurativi (sia quelli dovuti dal datore sia quelli dovuti dal lavoratore) a carico della gestione previdenziale alla quale il lavoratore è iscritto. Inoltre ci spossono essere ulteriori contributi (contribuzione aggiuntiva) versati dal sindacato. L’Inps nel 2015 ha calcolato che togliendo questi privilegi si ridurrebbero le pensioni medie dei sindacalisti del 20-25%. (fonte:Il Sole24 ore). Credete a Di Maio?