Carlo Bonini, firma di punta di Repubblica, spiega il “metodo Travaglio”, recuperando quanto scriveva il grande Giuseppe D’Avanzo il 14 maggio 2008: «Il nostro amico ( Travaglio ndr) sceglie un comodo, stortissimo espediente. Si disinteressa del “vero” e del “falso”. Afferra un “fatto” controverso (ne è consapevole, perché non è fesso) e lo getta in faccia agli spettatori lasciandosi dietro una secrezione velenosa che lascia credere. Il “metodo Travaglio” e delle ” agenzie del risentimento” è una pratica giornalistica che, con “fatti” ambigui e dubbi, manipola cinicamente il lettore/ spettatore. Ne alimenta la collera. Ne distorce la giustificatissima rabbia per la malapolitica. ” 2008- 2018. “Dieci anni dopo, ritroviamo Travaglio folgorato dai 5 Stelle e dalla Casaleggio Associati”, aggiunge Bonini. “E la politica del risentimento che si è fatta maggioranza e governo del Paese. Il metodo è dunque questa volta dispiegato a sostegno dei nuovi padroni. Secondo il solito schema “. Per chi ancora non riuscisse a mettere a fuoco la figura, consiglio di andare su internet e vedersi i titoli dei libri scritti da Mecojoni (così lo chiama Bonini, riprendendo un suo intercalare). Dal 2001 ad oggi ha scritto libri che spaziano da Berlusconi a Napolitano alla trattativa mafia-Stato, passando per il fondamentale “Perchè NO” del 2016 sul referendum. Ma è “La scomparsa dei fatti” (2006, il Saggiatore) che spiega compiutamente Travaglio e il suo innamoramento grillino. Travaglio incarna la consunzione della sinistra italiana. Il livore di volta in volta indirizzato verso i nemici, Berlusconi, Napolitano, Renzi, ha azzerato qualsiasi distinzione tra destra e sinistra, nel senso che tutto ciò che ha scritto e detto Travaglio (lo ricordate col trombone Santoro in tv?) è double face, poteva e può essere sottoscritto all’unisono da estrema destra e estrema sinistra. Mussolini non era forse un socialista estremista? A valle questo discorso non poteva non approdare al Vaffa, al populismo grillino organizzato dalla Casaleggio associati. “È un paradigma professionale” spiega Bonini “che, sulla spinta di motivazioni esclusivamente commerciali (non civiche, non professionali, non politiche), può distruggere chiunque abbia la sventura di essere scelto come target ( gli obiettivi vengono scelti con cura tra i più esposti, a destra come a sinistra)”.