(Frasco) Un mio articolo del 21/8/2018 sempre molto attuale
Le elezioni rappresentano il mercato politico dove i cittadini scelgono quali prodotti comprare come se fossero al supermercato. Non sempre scelgono bene ma succede anche con le auto, la pasta, ogni bene disponibile sul mercato. Quello che è importante capire è che devi saper vendere il tuo prodotto, non basta avere un prodotto di qualità.
C’e’ un film indispensabile per capire il concetto. Narra una storia vera. No- I giorni dell’arcobaleno è un film del 2012 di Pablo Larrain (Santiago del Cile, 1976).
Racconta la lotta non violenta dei pubblicitari che portò il popolo cileno a votare contro il referendum che avrebbe di fatto lasciato Pinochet al suo posto per altri otto anni. Correva l’anno 1988 in Cile e durante l’estate il presidente Augusto Pinochet annunciò il referendum per votare la sua riconferma. L’apertura del dittatore al popolo gli sarà fatale: dopo 15 anni di dittatura feroce che portò alla morte di 3 mila dissidenti politici, 3 mila scomparsi e oltre 30 mila torturati, il popolo fu chiamato ad esprimere la sua opinione sull’operato di Pinochet. Confermare o meno il Generale, voleva dire solo dire “Sì o No”. Il risultato storico del 55,99 % contro il 44,01% scalzò Pinochet in uno dei referendum più importanti di sempre.
Ribaltare la vita Pinochet non temeva l’opposizione, e addirittura concesse uno spazio televisivo ai “No” del referendum. 15 minuti ogni sera per la propaganda. Questo film è la storia di come Eugenio Garcia e un gruppo di pubblicitari siano riusciti a rovesciare uno dei regimi più repressivi al mondo. La pubblicità può anche essere utilizzata con un fine positivo e non solo per consigliare o manipolare l’opinione pubblica. Il primo lavoro fu quello di creare un ‘prodotto’ che avrebbe dovuto conquistare la massa. Quale messaggio sarebbe stato in grado di unire tutti i cileni giovani e non giovani?”. Il primo pensiero fu quello di utilizzare i filmati con gli orrori del regime fatti di esecuzioni, arresti e torture per ricordare agli elettori i crimini di Pinochet, ma poi è arrivata la svolta: l’odio non avrebbe battuto l’odio. I creativi si spinsero oltre e decisero di promuovere un messaggio positivo, qualcosa in grado di galvanizzare la nazione per contrastare la paura e l’oppressione. Garcia capì che avrebbe dovuto trasmettere il sole ai cittadini e arrivò lo slogan: “La alegría! Chile, la alegría ya viene”. Garcia ha spiegato che in spagnolo ‘Alegria’ significa un sentimento collettivo e non solo la felicità e questo “trasmette molto di più rispetto al carnevale o a una festa”. “Dopo anni di repressione, il paese aveva bisogno di vivere in pace”.
L’arcobaleno L’obiettivo è stato quello di trovare il modo giusto per riempire quei 15 minuti al giorno disponibili per 27 notti: è stato ideato un logo, un semplice arcobaleno e poi bandiere, striscioni, manifesti e magliette. Di fronte alle torture mosse da Pinochet, inizialmente la campagna piena di colore e leggerezza mossa dal fronte dei “No” sembrò quasi una mancanza di rispetto verso le vittime del regime. Garcia ha spiegato: “Non avevamo bisogno di uccidere Pinochet ma di rinsaldare lo spirito del paese”. La prima trasmissione è iniziata con un arcobaleno dipinto, la parola “No” e in sottofondo le note di una canzone orecchiabile, poi la camera si è spostata su Patricio Banados, uno dei lettori di notizie più amati del paese fino a quando non è stato cacciato dal governo: “Cile, la gioia è sulla strada giusta”. Oggi, questa forma di espressione può apparire banale ma allora segnò una grande rivoluzione e colpì di sorpresa il regime di Pinochet. Nel 1990 il Cile ha assunto un governo democratico. Una lezione che la sinistra italiana ancora non ha compreso, non basta contrastare la Lega a 5 Stelle. Occorre elaborare un messaggio positivo che parli all’Italia piena di paura e livore