(6/10/2018) Venti anni fa (9/9/1998) moriva Lucio Battisti. Per molti artisticamente Lucio era finito nel 1980 quando era uscito l’ultimo album scritto con Mogol (Una giornata uggiosa). La storia la raccontano i vivi e quindi esiste una sorta di censura, di embargo sugli ultimi 18 anni di vita e di produzione di Lucio. E’ come se di un regista si considerassero i suoi primi film e non gli ultimi, sulla base di un solo parametro, il successo commerciale. Invece Battisti ha vissuto un’altra prodigiosa vita artistica dove ha prodotto capolavori assoluti ancora sconosciuti al pubblico (Don Giovanni, L’apparenza, Le cose che pensano…) per colpa di deejay al servizio esclusivo di Mogolomane. Gioielli ancora da scoprire dal grande pubblico, inadatti alla diffusione sulle radio. Si divisero per la pretesa del Mercante (i radiofonici lo chiamano Poeta) di salire al 50% nella divisione dei compensi. La battaglia legale che gli eredi Battisti e il Poeta stanno combattendo ha sempre la stessa causa, l’ingordo Mogolomane vuol ricavare di più dalle canzoni, sfruttandole per la pubblicità e per tutte le vie commerciali possibili. La moglie Grazia Letizia (75 anni) e Luca il figlio (45 anni) resistono, per rispettare il volere di Lucio. Verrà il momento in cui Battisti sarà riscoperto per i lavori meravigliosi fatti con un poeta vero, Pasquale Panella, e molti capiranno, prima o poi, come un genio musicale assoluto sia stato sfruttato da un paroliere-liceale che provava a scrivere poesie. Come questa: “la gallina coccodè spaventata in mezzo all’aia/fra le vigne e il cavolfiore mi sfuggiva gaia“. Battisti ha cantato testi che lo hanno identificato come un triste sfigato in amore (“a quest’ora cosa vuoi mi va bene pure lei“). A 20 anni dalla sua morte Battisti è ancora la gallina dalle uova d’oro. Molti non riescono a capire una grande verità, che Battisti lasciò il Poeta per lanciare una sfida a sè stesso. Sei in grado tu di musicare qualsiasi testo, per esempio l’elenco telefonico? Avrebbe potuto continuare a sfornare migliaia di canzonette -da cantare sulla spiaggia con la chitarra da liceali brufolosi- per accumulare miliardi e invece preferì rimettersi in gioco. Era tirchio? Nove anni prima di rompere con Mogolomane, nel 1971, Lucio aveva già tentato di svincolarsi dalle parole per proporre tre brani musicali. Allora il Poeta cosa fece? Per affermare il suo dominio, impose tre titoli lunghissimi (ed inutili) tipo Seduto sotto un platano con una margherita in bocca guardando il fiume nero macchiato dalla schiuma bianca dei detersivi. Per non parlare dell’insuccesso sul mercato americano dovuto alla pretesa del Mogolomane di voler i suoi testi tradotti alla lettera (come se fosse Bob Dylan?). Battisti è stato prigioniero di un megalomane assetato di soldi. (PS: abbiamo davvero avuto parolieri poeti in Italia: Vito Pallavicini (Azzurro), Giorgio Calabrese (E se domani), Sergio Bardotti (Piazza grande), e Lucio non ha avuto la fortuna di incontrare uno dei tre, tutto qui).
https://www.youtube.com/watch?v=RP4d-KwXXAQ