LANDE DESOLATE?

L’operazione “Lande desolate”, per la quale il presidente della Regione, Oliverio, è nella dimora obbligatoria di S. Giovanni in Fiore, è stata chiamata così dagli inquirenti per un eccesso di pudore. Basta ascoltare le tre intercettazioni che si trovano su Repubblica e altri media, per capire che i nomi più adatti sarebbero stati altri: 1) Cacate mai viste; oppure 2) Ma che almeno facessero trovare là delle persone che tagliano. Entrambe spiegano bene la situazione calabrese. La seconda, le persone che tagliano, richiamano subito alla mente le famose vacche di Fanfani e moltissimi uffici pubblici. Ma, come scriveva in un suo libro il povero giornalista calabrese Antonio Megalizzi, ucciso a Strasburgo, noi calabresi preferiamo prendercela con l’Europa autoassolvendoci per tutte le cacate mai viste che facciamo. La storia mi interessa per gli impianti di Lorica, essendo io uno sciatore. Tantissimi anni fa, era l’1 maggio, e ancora a Lorica c’era la neve. Ma, come succedeva spesso, con una scusa chiudevano gli impianti, avendo tutti gli addetti delle piste un doppio lavoro. Una signora di Modena disse ad uno di questi lavativi: voi avete la fortuna naturale di avere la neve a maggio  e non ve ne frega niente. Io a Lorica per questo non scio da anni, ma basta seguire questa indagine per capire come i lavori fatti per il nuovo impianto siano opera di criminali. Lo avevamo capito tutti che sotto c’era del marcio, quando l’apertura del nuovo impianto veniva rinviata sine die (con la scusa della morte di un operaio). A Camigliatello, impianto dei cusentini, una cosa del genere non poteva avvenire.