(Yuval Noah Harari) La narrazione fascista spiegava la storia come una lotta tra le diverse nazioni e prefigurava un mondo dominato da un solo gruppo umano che sottomette tutti gli altri attraverso la violenza.
La narrazione comunista spiegava la storia come lotta tra le classi e prefigurava un mondo in cui i gruppi erano tutti uniti da un sistema centralizzato che assicurava l’uguaglianza, anche se a scapito della libertà.
La narrazione liberale spiegava la storia come scontro tra libertà e tirannia e prefigurava un mondo in cui tutti gli uomini cooperavano tra loro, con un controllo centrale al minimo, anche se al prezzo di una certa disuguaglianza.
La Seconda guerra mondiale e la guerra fredda hanno messo al tappeto la narrazione fascista e comunista, lasciando alla narrazione liberale il ruolo di guida predominante del passato dell’uomo e manuale indispensabile per il futuro del mondo. Almeno così è sembrato per un certo periodo. Negli ultimi anni, tuttavia, un numero crescente di responsabili e movimenti politici hanno contestato elementi chiave del liberalismo.
La narrazione liberale è destinata a raggiungere il fascismo e il comunismo nella pattumiera della storia? Anche se ci troviamo di fronte alla sua crisi, difficilmente l’approccio del liberalismo scomparirà. Che cosa sta succedendo, allora? Sta succedendo che il sistema liberale viene considerato come una sorta di un buffet, con diverse pietanze, e ciascun stato decide cosa prendere e cosa lasciare.
Le pietanze sono le seguenti:
1) Economia di mercato, privatizzazioni, poche tasse
2) Elezioni libere, Stato di diritto, diritti delle minoranze
3) Libertà di scelta, individualismo, diversità, uguaglianza dei sessi.
4) Libero scambio, integrazione mondiale, diritti di dogana bassi.
5) Relazioni pacifiche, cooperazione multilaterale, diritto internazionale, organizzazioni internazionali.
6) Facilità di spostamento per le persone e facilità di immigrazione.
Per capirci, tutto il mondo in teoria desidera delle relazioni internazionali pacifiche. All’inverso, la sola cosa che quasi nessuno vuole è l’immigrazione. E’ chiaro che il sistema liberale presuppone invece un menu fisso dove le sei pietanze siano presenti tutte e sei, ma stiamo assistendo ad un suo lento sgretolamento perchè ciascun stato intende rinunciare a qualche pietanza (l’ungherese Orban vuole la democrazia ma senza diritti individuali; Trump vuole l’economia di mercato ma sabota il libero scambio a livello mondiale; la Cina vuole la liberalizzazione economica ma non la liberalizzazione politica, e così via…) (“Benvenuti al buffet liberale” da Repubblica, pag. 26, 10/6/2019)