COME DISTINGUERE I CIALTRONI DAGLI STRONZI

Questo piano cartesiano raffigura 4 categorie (cerchiate in giallo). Sull’asse delle ascisse abbiamo cinismo o buonafede; sull’asse delle ordinate abbiamo talento o inettitudine.

MICHELANGELO (benedetto) Si considerava uno scultore ma per obbedire a Giulio II si trovò a dipingere la Cappella Sistina. Si trova in posizione altissima perchè anche se non avrà espresso il meglio di sè (quello per cui credeva di essere nato) il talento non gli mancava e perciò quel che ha espresso non era affatto male.

SEVERGNINI BEPPE (da benedetto a impostore) Uno può essere un ottimo giornalista di talento. Magari viene nominato direttore (di “Sette”) e quindi si sposta, in rapporto alla consapevolezza della sua inadeguatezza a ricoprire il ruolo, a sinistra e verso il basso, tra il cinismo e l’inettitudine. Il cinismo può essere minimo per chi non è certo di essere inadeguato, massimo se ha la certezza di esserlo. La sua incapacità potrà essere minima, per effetto della semplice inesperienza,  o massima se è analfabeta e/o asservito senza un minimo di dignità professionale.

SGARBI VITTORIO (stronzi) Il talento c’è ma l’amore per privilegi e soldi lo porta al massimo del cinismo, sino ad occupare il quadrante degli stronzi.

POLITICI VECCHI E NUOVI (Rumor e Di Maio, impostori). Una miscela di inettitudine, ovvero mancanza di talento, e di cinismo (nei casi più estremi può essere chiamata malafede).Sanno di non essere capaci di fare una certa cosa ma nondimeno, agli occhi del mondo fingono di saperla fare benissimo, con evidenti intenzioni dolose. Chiaramente da questa simulazione (ecco gli Impostori) essi intendono trarre dei vantaggi  di qualche tipo (e sovente ci riescono): che siano materiali, sociali o pecuniari non importa, sempre di benefici cui non avrebbero diritto si tratta. Sono quelli che hanno abbracciato la cura della cosa pubblica senza alcuna propensione, bensì al puro scopo di godere di alcuni privilegi.

CIALTRONI (Beppe Grillo) Sono la categoria di Inetti & Entusiasti, tanto da essere in buonafede. Hanno un’autostima nettamente superiore al loro reale valore, hanno la memoria corta e Kant direbbe che il cialtrone crea la propria realtà. Non vedrete mai un cialtrone triste, è sempre allegro e solare: là dove si scorga della torva pensosità, non si è in presenza di un vero cialtrone.

(ANDREA BALLARINI, Fenomenologia del cialtrone, Laterza, 2013) Gli esempi reali, tranne Michelangelo, sono miei.