NO, IL DIBATTITO NO!

Avanzando l’età non sopporto più mentalmente il convegno dove il pubblico possa prendere la parola. Il pubblico deve sfogarsi sui social non dal vivo. Il rituale è presto spiegato: un “nome” ( professionista, artista, intellettuale, specialista) arriva da noi e viene portato al cospetto di qualche decina di spettatori locali, i quali per decine di minuti lo stanno ad ascoltare. Appena viene data la possibilità di interloquire, scattano alcuni a prender la parola, una sorta di tana liberi tutti. Tra questi ci sarà -ineluttabile come il destino – il saputello di turno. Quello che è come se dicesse all’ospite: “Hai visto? Il tuo momento è arrivato, in questa sperduta landa come potevi immaginare che avresti trovato uno che ne sa più di te?”  Per farmi capire, posso dire che se una sera parlasse Massimo Cacciari ci sarebbe sempre uno che intenderebbe spiegargli di non illudersi: ha trovato finalmente davanti a sè uno che di filosofia ne sa più di lui. Poi la volta successiva un altro spiega a Philippe Daverio la storia dell’arte, e poi ad Asor Rosa la letteratura…Non sono presuntuosi. Ma incompresi