Ero in un piccolo paese del catanzarese e senza volerlo ho ascoltato il dialogo di un anziano signore con un suo amico. Mi ha incuriosito perchè conosceva bene la Germania e la paragonava al nostro paese. Dalla Merkel il discorso è scivolato sino alla Santelli e al regista Muccino con l’ovvia conclusione che i soldi dati a quest’ultimo era meglio usarli per “ripulire la strada che da Vibo porta a Tropea” . Ormai i nostri politici pensano di aver capito cosa sia lo storytelling e credono quindi che basta raccontare quello che vorrebbero fare invece di fare qualcosa. Gli elettori bambini possono insomma essere addormentati con la lettura di una favola. Non solo non ascoltano più la gente che staziona nelle strade ma gli stessi “esperti” (Vittorio Colao oppure la Savaglio in Calabria) sono ormai utilizzati come fumo e nebbia teatrale negli spettacoli. Cosa succederà a settembre con la riapertura delle scuole e a ottobre con l’influenza in arrivo non è cosa che li riguardi. Luglio e agosto siamo in vacanza e quindi pochi tamponi per non allarmare i turisti. 260 tamponi in un giorno sono nulla e un medico di famiglia che oggi richieda un tampone per un suo paziente che ha la febbre e la tosse da diversi giorni è considerato uno “spagnuso”, un piantagrane: se vuoi il tampone, chiama il 118. Ormai le truppe “zangrilliane” del virus alle nostre spalle sono le armate vincenti per cui se abbiamo deciso che noi siamo regione covid free chiunque chieda un tampone è una rottura di scatole. Muccino e Raul Bova dunque, per spendere soldi, tutto qui, perchè la Calabria non la salvi nè con gli spot, nè con i film nè con l’immaginario. Eppure da dove dovremmo cominciare lo si capisce soltanto pensando a piccoli particolari. Come questo. Muore uno e l’impresario di pompe funebri dà al medico di famiglia un modello cartaceo di morte da compilare che poi viene trasmesso all’Asp. Le ragioni della morte non si registrano dunque da nessuna parte e la digitalizzazione è una utopia. Con questa prassi cartacea non solo non sappiamo quanti muoiono realmente in Calabria ma neppure le cause di morte. Digitalizzando le cause di morte ogni medico verrebbe a conoscenza in tempo reale della situazione sul suo territorio e potrebbe così analizzare le situazioni anomale. Ormai, come ho spiegato più volte, si dovrebbe sapere che la digitalizzazione in Calabria non la vogliono quelli che col cartaceo fanno quello che vogliono: ti spacci per lavoratore mettendo un semplice timbro, il cartaceo lo modifichi o se non ti piace lo strappi. Perchè la Santelli ai medici di famiglia non dà la possibilità di richiedere l’effettuazione dei tamponi in casi protocollati? A settembre cosa succederà se un medico che ha 1500 pazienti si troverà davanti tutti insieme 50/100 persone con la febbre e la tosse (senza poterli visitare) e pochi di questi hanno potuto fare il vaccino antinfluenzale? Abbiamo tutti i tamponi necessari e il personale per farli? Abbiamo laboratori e macchine in grado di trattarli? Ci dovremmo pensare ora e subito ma Muccino è più importante. Il fatalismo dei calabresi non può che sposarsi con una classe dirigente che si affida alle stelle. Del cinema.