MARIO LAVIA E COTTARELLI SUL CONTE/BENETTON

Voleva la revoca, Giuseppe Conte, più che mai nei panni dell’avvocato del popolo, e con lui tutto il codazzo grillino: ma la revoca non c’è. Ricordate l’intervista al Fatto? Conte sembrava Saint-Just: «Sarebbe davvero paradossale se lo Stato entrasse in società con i Benetton». E invece in una calda notte d’estate alla fine è spuntata una soluzione più complessa, vedremo se di facile applicabilità, vedremo quanto onerosa per i cittadini (Carlo Cottarelli dice: «Peccato che non si sappia il prezzo a cui Cdp acquisterebbe la maggioranza di Aspi. Ma che accordo è se non si sa il prezzo?»), vedremo quanto positiva per i Benetton. Anzi, a proposito del gran balzo in Borsa, dice Enrico Zanetti, economista e ex deputato montiano: «Chi ha comprato azioni Atlantia dopo le assai bellicose dichiarazioni diurne del Premier sulla revoca, ma prima del meno bellicoso CdM notturno che dispone l’acquisto (a pagamento) del controllo, ha fatto un affarone». C’è qualcosa che non quadra, cara Consob? Nella maggioranza tutti tirano un sospiro di sollievo per la scampata crisi e per aver escogitato una soluzione che poteva essere adottata due anni fa, ma sotto il tappeto propagandistico di Casalino si annida una semmai accresciuta quantità di polvere. È stata una notte di battaglia, di quelle che lasciano cicatrici e lividi. Nessuno si fida di nessuno. Una parte del Partito democratico, quella più “riformista”, ce l’ha con un premier che passa disinvoltamente da Andreotti a Di Battista per finire Forlani; l’altra metà, quello più “di sinistra”, ormai filogrillina, s’inebria di una novella statalizzazione dell’economia come se fossimo nel 1917; Renzi considera ciò che è avvenuto una colossale perdita di tempo e appare scettico su tutto; i grillini fanno finta di avere sconfitto “i potenti” con la stessa ebbrezza della notte sul balcone di Palazzo Chigi quando urlarono di aver abolito la povertà. (da Linkiesta)

PS= Sull’operazione Autostrade Carlo Cottarelli, su Repubblica, esprimeva così i suoi dubbi: «Chi vorrà trattare con lo Stato italiano in futuro di fronte a questo comportamento? Che implicazioni ci saranno per gli investimenti privati in Italia, anche stranieri? E per quel concetto, forse ormai desueto, dello “Stato di diritto”?». (ndr)