Regionali in Calabria, ecco i consiglieri eletti nelle tre circoscrizioni: entrano i lametini Raso e Fedele.
Avete letto bene? La-me-ti-ni. Ennesima conferma dell’homo lametinus “amico di…” che vota candidati non lametini. Non sarebbe ora che qualche antropologo (i politologi non indagano l’animo umano ma soltanto i flussi numerici delle correnti) spiegasse questo fenomeno curioso?
Cos’hanno gli Altri che i lametini non hanno? E la famosa ‘ndrangheta “lametina” col voto di scambio e la scheda ballerina, possibile che non riesca ad accompagnare sino al Palazzo Campanella di Reggio C. uno che sia nato dentro Nicastro, Sambiase o Santa Eufemia? Discorso a parte meriterebbero i campioni delle preferenze su base regionale, basterebbe che qualche giornalista investigativo della grande stampa nazionale (o di Presa diretta) li guardasse controluce per capire tutto della Calabria e della “calabresità” dei piagnoni.
I consiglieri regionali calabresi (nessun’altra Regione lo consente) sono uno spaccato sociologico perfetto della nostra regione. Attraverso le loro storie professionali (quasi tutti avvocati) e biografie personali si ricostruisce l’intera economia regionale, la mappa dei congegni che formano reddito, altro che flussi elettorali, e si risponde alla domanda: ma il calabrese medio come campa, che fa?
Insomma, uno storico se spulciasse perbene le biografie dei 30 consiglieri regionali calabresi del 2021, potrebbe spiegare la storia economica di questa Regione.
Secondo l’economista Domenico Cersosimo “ l’affermazione che in Calabria lo Stato sia assente è totalmente falsa quando invece in Calabria lo Stato è l’unico attore presente perchè non c’è il mercato”. L’80% della spesa pubblica dipende dallo Stato in tutte le sue articolazioni.
Lamezia Terme, 70 mila abitanti, in consiglio regionale oltre che da Amalia Bruni sarà rappresentata (eufemismo) da Raso di Gizzeria (5093 abitanti) e Fedele di Maida (4641 abitanti). Non c’era bisogno di nessuna indagine demoscopica, di nessun esperto, di nessun cartomante, uno che ignorasse chi siano Raso e Fedele, guardando in giro i manifesti e poi leggendo i siti web, sapeva prima che si svolgessero le elezioni chi sarebbero stati gli eletti lametini. Allo stesso modo alle comunali di Lamezia una volta si sapeva prima di votare che il sindaco sarebbe stato sambiasino e non di Nicastro.
Nessuna sorpresa, tutto già scritto, saputo e risaputo, l’unico dubbio uno avrebbe potuto averlo sui 5Stelle che essendo dispersi in mille rivoli nessuno sa quanti siano e chi siano. Il nostro avv. Panedigrano era dato in pole position ma i suoi 1367 voti non sono bastati per superare Francesco Afflitto (1.897 voti) e Davide Tavernise (2.485). Facciamo un altro esempio di pre-veggenza. C’era qualcuno a Lamezia che non sapesse prima dello scrutinio quanti voti avrebbe preso un altro avvocato, Piccioni? 1191 voti. E’ dai tempi di Democrazia proletaria che quell’area di sinistra a Lamezia conta su quel pacchetto di voti, nessuna sorpresa quindi.
Tra i campioni di preferenze nella circoscrizione centro (che comprende anche i capoluoghi di Crotone e Vibo Valentia) la migliore affermazione del comprensorio lametino l’ha ottenuta Valeria Fedele in Forza Italia con 7.962 voti, seguita dal consigliere regionale uscente della Lega, Pietro Raso, con 5.357 voti.
Ecco spiegata allora la forza e l’attrattività del comprensorio “lametino” nella Calabria 3.0. Da lassù i politici lametini, da Perugini a Petronio, da Scarpino a Canzoniere e Riga, si staranno chiedendo come abbiamo potuto ridurci così. E’ bene ricordare che tutto cominciò con Chieffallo e il suo S. Mango, ma giunti sin qui, nel terzo secolo, Chieffallo ci appare uno che un qualche disegno per la grande Lamezia nell’area centrale della Calabria almeno l’ha concepito. Gizzeria e Maida con noi c’entrano come i cavoli a merenda, ma poi certo tutto ci manca tranne i buongustai.