La galera anticipata ai nemici del popolo secondo l’intesa Letta e Meloni

Sul referendum in materia di giustizia più significativo e impopolare – quello sui limiti alla custodia cautelare – la posizione di Enrico Letta e quella di Giorgia Meloni non sono opposte, ma identiche. Entrambi concedono che su questo tema si siano consumati intollerabili abusi, ma ritengono inammissibile che il ricorso alla custodia cautelare, motivato dal rischio di reiterazione del reato, possa valere solo per i reati violenti, di sangue, di mafia o di criminalità organizzata.

Pensano al contrario che debba rimanere a costituire la deterrenza necessaria per i reati cui maggiormente si legano i disturbati immaginari simbolici dei rispettivi elettorati: corruzione, evasione fiscale e malversazioni assortite a sinistra; spaccio, immigrazione e microcriminalità a destra.

L’idea di non potere promettere una dose di galera anticipata ai nemici del popolo non lascia tranquilli i due più strenui alfieri del bipolarismo all’italiana. E non sorprende che anche il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte sia della partita. Del resto, il matrimonio tra Letta e Conte non è di interesse, ma di amore, di corrispondenza di appassionati sensi per quel momento magico del circo mediatico-politico che è la comunicazione e il commento di un arresto eccellente.

Non è evidentemente un caso che le forze politiche più propense a mantenere pene anticipate – che colpiscono persone innocenti, cioè non ancora condannate in via definitiva e questo vale anche per il decreto Severino – siano proprio quelle che oggi potenzialmente si contenderebbero Palazzo Chigi. Il che conferma che populisti e sovranisti sulle libertà personali, sulle garanzie processuali, sul diritto di difesa e sulla presunzione di innocenza la pensano esattamente allo stesso modo, anche se prestano un volto diverso – per allure, status sociale e censuario, passaporto e magari pigmento – al colpevole designato a finire esemplarmente in ceppi prima della sentenza definitiva, per soddisfare l’ansia anticipatoria di giustizia della brava gente.

Le convergenze parallele di Letta e Meloni attestano insomma che, nella politica italiana che conta, la galera non è una delle forme di esecuzione della pena, ma rimane la vera sineddoche della giustizia e il partito unico delle manette e del populismo penale è ben più forte delle presunte differenze tra destra e sinistra.