La puntata di Report di ieri sera con il servizio di Mondani ha inteso dimostrare come Giovanni Falcone sia stato vittima non solo della mafia ma di una struttura internazionale in cui mafiosi, massoni e servizi segreti stavano insieme legati da un portavoce individuato in Stefano Delle Chiaie. Er Caccola, aggiungiamo, ha vissuto a lungo in Calabria, a Tropea e a Lamezia dove ha fatto l’imprenditore televisivo e dove è morto. Tutto è basato sulle dichiarazioni del pentito Lo Cicero, secondo il quale Riina poteva essere arrestato qualche anno prima. Siccome noi non sappiamo nulla sulla attendibilità di Lo Cicero, le rivelazioni hanno bisogno di riscontri, ma che in Italia lo stragismo sia stato nero (le Brigate rosse sono state terrorismo) e che il nero sia stato dentro un network con servizi deviati (Umberto D’Amato), massoni (Gelli) e Cia, è una ipotesi che da molti anni circola con argomenti e prove che si accumulano.
Che Dalla Chiesa e Falcone e Borsellino fossero nemici della mafia ma anche di Gladio (e quindi dei Cossiga, Andreotti e politici legati ai guerrafondai americani), non da oggi mi sembra una ipotesi plausibile. Negli Usa, basta solo vedere i film, da sempre esistono due società e due politiche, i liberal e gli imperialisti. La cosa più interessante mostrata da Report è stata la rivelazione di un generale (già trasmessa in un’altra occasione) fatta pochi giorni prima di spirare: gli americani in genere ricorrevano al colpo di Stato come in America latina, poi hanno capito che era preferibile agire sotto traccia per vie interne.
L’Italia è stata il laboratorio di Gladio e di tutte le vie interne (e nascoste) per eliminare i Moro e mandare (o tenere) al governo gli Andreotti. Ma se così fosse, dal passato dovremmo aver appreso qualcosa affinchè i sacrifici di tanti eroi non siano stati inutili. Che cosa avremmo dovuto apprendere? Innanzitutto, lo ricorda oggi Panebianco sul Corriere, che le scelte interne di un paese dipendono da quelle fatte nel contesto internazionale. La Svizzera è un forziere e ce n’è una sola, tutti gli altri Stati devono scegliere in quale campo schierarsi.
Se oggi chiedessimo agli italiani (volete essere o no alleati degli americani?) il 40 o il 50% direbbero convinti: NO. Eppure dopo tanti anni finanche il lentopede Berlinguer capì, come hanno fatto oggi Svezia e Finlandia, che era preferibile per l’Italia stare sotto l’ombrello della Nato. Quante tragedie avremmo evitato se la conversione “socialdemocratica” (quella stimolata da Scalfari e da “Repubblica”) del Pci fosse avvenuta ben prima, se la via italiana al socialismo, le terze vie e altre strategie non fossero state solo il modo di tenere il piede in due scarpe e rinviare le scelte? Una scelta occidentale e dentro la Nato, col senno di poi, aveva bisogno, anche a sinistra, di tempi più rapidi, e la socialdemocrazia (anche quella italiana, da Turati in poi) aveva capito, così come i liberali e poi i socialisti, che l’alleanza con l’America era per gli italiani una scelta saggia necessaria e direi naturale.
Ma il passato è il passato e piangere sul latte versato non serve a niente. Il fatto è che anche dopo l’89, crollato l’impero sovietico, non tutti hanno voluto prendere atto della lezione della storia e quindi l’antiamericanismo è continuato sotto altre forme sino al filoputinismo di cui in questi anni e in queste ore abbiamo avuto e abbiamo segni evidenti. Insomma, magari gli americani vorrebbero solo sudditi nel mondo, ma noi italiani, dalla Liberazione ad oggi, ci siamo dimostrati sempre divisi nella scelta delle alleanze, anzi una parte consistente ritiene che si debba essere contro gli Usa, il capitalismo, la Nato, la Germania, la globalizzazione, il liberismo (e l’Ue per non farci mancare nulla).
Le chiacchiere sul passato sono a zero, nel 2022, oggi, abbiamo Salvini e Conte, quindi i due partiti più forti usciti dalle elezioni del 2018, e poi buona parte dei militanti del Pd, e dell’estrema sinistra, e dell’estrema destra fascista e nazista, che sono contro l’America. Abbiamo in Italia un consistente partito putiniano (finanche la Rai l’avevano consegnata a un Marcello Foa), abbiamo filocinesi con la via della seta, orbaniani come la Meloni, siamo messi così male che nel 2022 se un premier come Draghi va a parlare con Biden viene paragonato a De Gasperi che, secondo la vecchia propaganda, va a prendere ordini in America.
L’irrisolto rapporto dell’Italia con gli Usa e la Nato, ancora nel 2022, a me pare la questione più importante che ci troviamo davanti, importante almeno quanto lo è l’adesione convinta all’Ue, che comporta onori ma anche oneri (non è il nostro bancomat come vorrebbero molti politici italiani).
In questo quadro, ancora ambiguo e in movimento, la domanda è allora: è plausibile che un fascista come Delle Chiaie sia stato il train d’union tra mafia, servizi segreti deviati, Cia, massoneria e compagnia? I fascisti stragisti e bombaroli per loro natura non sono mai andati d’accordo con gli americani (gli occupanti in Italia non erano i tedeschi, ma gli Alleati, cit. Massimo Fini), ma siccome la loro ideologia è via via diventata l’ideologia dei killer, non escluderei in teoria che dietro lauto pagamento Delle Chiaie abbia potuto svolgere il suo ruolo tragico. E dico questo perchè gli ideologi, neri o rossi che siano, non sono poi distinguibili in filigrana dai criminali comuni. Come loro vanno là dove li porta non il cuore ma il capitale, il potere. Col passare del tempo un Delle Chiaie o un Giusva Fioravanti, un brigatista rosso o un anarchico, non si distinguono più da un qualsiasi esponente della Banda della Magliana. E quindi ammazzare un impiegato di banca durante una rapina, oppure un magistrato, un sindacalista o un docente universitario, mettere una bomba ad una banca o su un treno, sono operazioni identiche, qualunque sia il movente. L’ideologia altro non è che un orpello o un alibi, l’alibi essendo la semplice falsa giustificazione per discolparsi e tentare di farla franca (come i criminali nazisti che si difendevano dicendo che avevano obbedito da soldati agli ordini e volevano passare per uomini d’onore). Onore, che vi ricorda?
Come scrisse la Arendt : “…il male non è mai ‘radicale’, ma soltanto estremo, e non possiede né la profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare tutto il mondo perché cresce in superficie come un fungo”. I contabili della morte che vorrebbero dimostrare sulla bilancia se sono stati più crudeli i nazisti o i comunisti, non hanno ancora capito questo concetto: il male è banale, la violenza è gratuita: è il terrore per il terrore. Il male è fine a se stesso, non serve a nulla e non segue nessuna logica.