Che tristezza sentire certe frasi: «Io non penso che Putin sia il maggiore nemico che noi abbiamo di fronte in questo momento. Il nemico più mostruoso che sta di fronte a noi è la guerra. La guerra è mostruosa». Ospite di Corrado Formigli a «Piazzapulita», Michele Santoro si scopre filosofo: è irrilevante che un dittatore abbia invaso un Paese democratico, il mostro da sconfiggere risiede nell’iperuranio, è l’idea astratta di «guerrità».
Santoro non è filosofo, è un ex conduttore, il miglior arruffapopoli di sempre: sì certo, Putin è «un aggressore violento che sta usando mezzi raccapriccianti», ma, se andiamo a vedere, non è che Zelensky un po’ se l’è cercata? E poi è tutta colpa di Biden, della Nato, dell’Ucraina che ora non vuole mettersi d’accordo con la Russia. In quanto a orrore, c’è stato ben altro.
Santoro si commenta da solo, forse ha ragione chi sostiene che le sue trasmissioni sono state la madre di tutti i populismi.
La scena però non era da talk. Pareva un documentario sulla natura dove il vecchio maschio alfa deve cedere il passo al leone più giovane. Più Santoro invocava la «logica», più veniva irriso dall’allievo ingrato: «Stasera sembri il prof. Orsini». Faceva tenerezza.
I fanatici della sollevazione, quando passano di moda, intristiscono come filosofi della repressione.