(da Il lametino, 22/10/22) Mascaro, sindaco di Lamezia, conclude: “Potrei continuare all’infinito con dati oggettivi ma stancherei chi legge. Vergognatevi della vostra malafede ed aiutate chi ha bisogno invece di sprecare soldi in manifesti. Dimenticavo: la vostra non è stata la peggiore amministrazione degli ultimi 30 anni di Lamezia (sarebbe un complimento immeritato) ma la peggiore della storia dell’Italia repubblicana”.
I commenti a queste esternazioni così esagerate possono esser fatti solo in dialetto calabrese :
Acqua passata ‘un macina mulinu
A zirra d’a sira stipala pe ra matina
Anima nun jùdica anima
Ognunu s’ha di guardari ‘u jimbu soi
Fuori dai proverbi calabresi, che pur hanno una loro saggezza storica, ci sarebbe solo la descrizione del disturbo narcisistico di personalità: questo disturbo è caratterizzato dal percepirsi come migliore degli altri e da un comportamento arrogante e sprezzante verso gli altri. Chi soffre di questo disturbo si sente in diritto di fare qualsiasi cosa e spesso tende a sminuire gli altri.
“Il mito di Narciso compare nel terzo libro delle Metamorfosi di Ovidio. In esso c’è la descrizione degli aspetti caratteristici che la personalità narcisistica può assumere. Il profilo del narcisista è porsi mete e traguardi sempre troppo alti, irraggiungibili, solo per il gusto di avere gli altri alle spalle, denigrarli e sentirsi sempre superiori attraverso l’auto-esaltazione delle proprie capacità. L’arroganza e il sentimento irrealistico di sentirsi speciali e al di sopra di chiunque altro fa sì che le persone narcisiste si allontanino, si isolino, proprio come Narciso amava fare cacciando in solitudine nei boschi. Nella personalità narcisistica esiste qualcosa che lega agli altri, il bisogno di essere riconosciuti esplicitamente come persone speciali, e la necessità di dover frequentare soltanto persone speciali o di status elevato, e qualcosa che distanzia dagli altri, cioè l’incapacità di riconoscere e identificarsi con i sentimenti e i bisogni degli altri. Il sentimento prevalente nei confronti degli altri non è soltanto il disprezzo espresso dalla denigrazione, ma anche e soprattutto l’invidia, e poi la vergogna, quando affiora la parte debole del narcisismo, il timore di poter vedere crollare il proprio castello di fantasie di successo, potere, fascino, bellezza o amore, o la sensazione di non essere adeguatamente apprezzati dagli altri ” (Pietro Muratori e altri).