Una componente importante del sistema infrastrutturale è rappresentata da tutto ciò che ha a che vedere con la viabilità stradale. Parliamo ovviamente di strade, ma anche di parcheggi, piste ciclopedonali e di tutto ciò che riguarda l’illuminazione delle vie. Come tutte le opere pubbliche, necessitano di continua manutenzione per garantirne l’efficenza e la sicurezza per gli utenti. Anche i comuni hanno degli oneri in questo senso nei tratti di loro competenza.
In Italia nel 2020 c’erano quasi 168mila chilometri di strade e circa 6.900 chilometri di autostrade. Valori in crescita del 7,7% rispetto al 2001. Sono interventi infrastrutturali per supportare la viabilità dei territori e la mobilità degli autoveicoli.
45,2 milioni gli autoveicoli registrati nel parco veicolare italiano (2021).
L’88,1% è composto da autovetture, l’11,2% da autocarri e il restante 0,2% da autobus. La regione con la quota maggiore di automezzi è la Lombardia. Rappresentano il 15,6% del totale.
Le vie che possono essere gestite dai comuni sono quelle che collegano tra di loro le frazioni oppure permettono vie di comunicazione con luoghi di interesse del capoluogo o del comune più grande, come ad esempio stazioni ferroviarie o aeroporti. Ma andiamo a vedere più nel dettaglio in che modo le amministrazioni possono intervenire per la viabilità stradale.
Le spese per la viabilità e le strade
All’interno della decima missione, dedicata ai trasporti e alla mobilità, c’è una voce specifica sulla viabilità e le infrastrutture stradali. Si comprendono qui tutte le spese per manutenzione, gestione e messa in sicurezza delle strade di competenza comunale, delle piste ciclopedonali, delle zone a traffico limitato e dei parcheggi, sia quelli gratuiti che quelli a pagamento.
Sono anche incluse tutte le uscite relative all’abbattimento di barriere architettoniche, dell’illuminazione e dei semafori.
Gli andamenti di spesa tra le città considerate sono piuttosto varie.
Si registra un picco di spesa a Venezia nel 2020 con 235,9 euro pro capite. È però Roma il comune con l’incremento di spesa maggiore. Nel 2016 la capitale registrava uscite pari a 67,46 euro pro capite. Cinque anni dopo erano diventate 121,89, con un aumento dell’80,68%. Segue Genova con il 44,77%. Le altre città invece hanno riportato un calo. Nel dettaglio, a Napoli la spesa è diminuita del 15,43%, a Venezia del 15,6% e a Milano del 36,23%.
Nel 2021, nessuna grande città supera la spesa media nazionale che si assesta a 208,64 euro pro capite. I comuni che spendono mediamente di più sono quelli dei territori autonomi della Valle d’Aosta (735,63), della provincia autonoma di Bolzano (495,90) e della provincia autonoma di Trento (453,31). Al contrario, registrano le uscite minori le amministrazioni calabresi (93,78), pugliesi (90,97) e siciliane (69,22).
Considerando le grandi città, è Venezia quella che registra le uscite maggiori, con 172,31 euro pro capite. Un livello di spesa che potrebbe essere spiegato anche dalle peculiarità uniche del capoluogo veneto, composto da una fitta rete di calli e vicoli. Subito dopo si trovano Napoli (152,42), Genova (151,56) e Milano (135,74).
I comuni con più di 200mila abitanti che spendono di meno sono invece Bari (79,13), Messina (74,04), Trieste (73,91) e Catania (53,77). Tendenzialmente, spendono di più le città del nord rispetto a quelle del sud.
CALABRIA
(SA) Spesa assoluta per viabilità e infrastrutture stradali (in €)
(SPC) Spesa pro capite per viabilità stradale e infrastrutture stradali (in €)
NB: Spesa media nazionale : 208,64 euro pro capite
Gizzeria (SA) 1068689.22 (SPC) 213.87
Nocera Terinese (SA) 578774.33 (SPC) 122.65
Settingiano (SA) 278742.96 (SPC) 87
Catanzaro (SA) 6698101.88 (SPC) 78.24
Vibo Valentia (SA) 2341686.3 (SPC) 74.39
Lamezia Terme (SA) 3643630.18 (SPC) 54.05
Crotone (SA) 2417637.67 (SPC) 40.73
Soverato (SA) 336386.6 (SPC) 38.74
Cosenza (SA) 1400653.85 (SPC) 21.86
Reggio Calabria non presente
Tra i comuni italiani, quello che spende di più è Paganico Sabino, in provincia di Rieti, con 7.382,67 euro pro capite. Seguono Briga Alta (Cuneo, 6.716,05), Bema (Sondrio, 6.602,07) e Ingria (Torino, 5.562,16). È doveroso sottolineare che importi così alti potrebbero essere dovuti a interventi specifici previsti per l’anno di rifacimento e finalizzati al rifacimento o alla manutenzione straordinaria delle infrastrutture viarie, che vengono registrati in quella voce di bilancio. Sono in tutto 208 le amministrazioni in cui le uscite superano i mille euro pro capite.
FONTE: openbilanci – consuntivi 2016-2021
(consultati: lunedì 13 Marzo 2023)
DA SAPERE
I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella voce di bilancio relativa alla viabilità e alle strutture stradali. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati.
(23/3/23) OPENPOLIS I divari territoriali tra nord e sud sulla viabilità stradale
Data la frequenza degli spostamenti, garantire un’efficiente e sicura rete stradale è fondamentale. Anche i comuni spendono per le tratte di loro competenza.
Classificazione per competenza delle strade
Nello specifico le strade in Italia sono classificate nel seguente modo, con conseguente competenza di riferimento:
Autostrade: in autostrada risponde alla criticità la società concessionaria del servizio tenuta alla manutenzione nei confronti dell’utente che, con il passaggio al casello ed il pagamento del pedaggio, conclude un vero e proprio contratto con il concessionario.
Strada statale (SS): le strade statali sono gestite dallo Stato tramite l’ANAS (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade).
Strada regionale (SR): le strade regionali il più delle volte sono strade statali declassate. il trasferimento della proprietà e delle competenze relative alle strade statali non comprese nella rete stradale nazionale dallo Stato alle regioni, che hanno poi regolato autonomamente la materia. Per motivi organizzativi molte regioni hanno affidato le strade ex statali alle province, mantenendo comunque la sigla Strada regionale.
Strada provinciale (SP): si tratta di una classificazione meramente amministrativa. Le Strade Provinciali possono essere classificate tecnicamente come strade extraurbane principali (di tipo B) o come strade extraurbane secondarie (tipo C) oppure come strade locali extraurbane (tipo F).
Se attraversano centri abitati con popolazione superiore ai 10.000 abitanti sono strade di competenza comunale e quindi urbane (tipo D e E)
Se attraversano centri o nuclei abitati con popolazione pari o inferiore ai 10.000 abitanti sono urbane (tipo D, E o F), ma la competenza è della provincia.
Strada comunale (SC): questa categoria comprende le strade extraurbane considerate d’importanza comunale e comprendono tutte le strade urbane nonché i tratti urbani delle strade statali, regionali o provinciali, che attraversano centri con 10.000 o più abitanti. Come detto sopra in tal caso sono di competenza del Comune, altrimenti con popolazione pari o superiore ai 10.000 abitanti sono di competenza della provincia.
Strada vicinale: questa categoria comprende tutte le strade che non sono state iscritte nelle categorie delle strade statali, regionali, provinciali e comunali. Le strade vicinali possono essere:
A uso pubblico: questa categoria comprende tutte quelle strade aperte al pubblico transito o di proprietà del Comune o, se di proprietà di soggetti privati, gravate da un diritto reale di pubblico uso. Il Codice della strada – ai soli fini dell’applicazione delle norme in esso contenute – assimila le strade vicinali alle strade comunali, nell’ambito delle così dette strade extra urbane
A uso privato: questa categoria comprende tutte quelle strade di proprietà di soggetti privati sulle quali non grava alcun diritto reale di pubblico uso.
Eventuale risarcimento danni
Invece come si deve procedere in caso di danni alla persona o a un veicolo di proprietà?
La responsabilità civile dell’ente pubblico deriva dalla norma contenuta nell’art. 2051 del codice civile, relativo alla cose in custodia: chi chiede il risarcimento dei danni derivanti da caduta causata da una buca stradale, o da cattiva manutenzione del manto stradale, è tenuto alla dimostrazione dell’evento dannoso e del suo rapporto di causalità con la cosa in custodia, cioè con quel tratto di strada dove è presente la buca.