Juve/La giustizia sportiva per le plusvalenze ha figli e figliastri

Nel 2004  ci furono perquisizioni nelle sedi di 51 delle principali società calcistiche in Italia. Una prima ondata che però lasciò risultati scarsamente significativi, come riporta Tuttosport, almeno fino all’anno successivo. Nell’aprile del 2005 la Procura di Milano inviò avvisi di garanzia ai dirigenti di Inter e Milan citando numerose compravendite di giocatori “fittizie nella determinazione del prezzo di cessione o di acquisto”.

Una prassi, quella di scambiare i giocatori tra le due società milanesi, che, ricorda il quotidiano, era già avvenuta tra il 1999 e il 2001. Sotto la lente d’ingrandimento finirono però il passaggio di 8 giocatori da una sponda all’altra della città nell’estate del 2003. Salvatore Ferraro, Alessandro Livi, Giuseppe Ticli e Marco Varaldi si trasferirono al Milan generando una plusvalenza di 12,9 milioni di euro. Percorso inverso per Simone Brunelli, Matteo Deinite, Matteo Giordano e Ronny Toma, che garantirono circa 10 milioni di plusvalenze ai rossoneri.

L’inchiesta in particolare decolla quando, scrive Tuttosport, il portiere Brunelli dichiara di essersi ritrovato all’Inter a sua insaputa, complice un contratto in cui compariva la sua firma falsificata. Nel settembre del 2007, arrivarono le richieste di rinvio a giudizio per l’allora vicepresidente del Milan Adriano Galliani, il patron dell’Inter Massimo Moratti e altri due dirigenti nerazzurri ovvero Rinaldo Ghelfi e Mauro Gambaro. L’accusa era quella di aver “evitato di rappresentare alla Figc l’esatta situazione patrimoniale ai fini delle verifiche propedeutiche all’ammissione ai campionati 2004-2005 e 2005-2006”.

Nel 2008 però le due società vengono prosciolte da Paola Di Lorenzo, giudice dell’udienza preliminare per alcune motivazioni tra cui quella che “il fatto non costituisce reato”. Non finisce qui però perché la vicenda passa anche sul lato della giustizia sportiva. L’allora capo della Procura generale, Stefano Palazzi, il 4 febbraio 2008, deferisce Milan e Inter per avere iscritto a bilancio, tra il 2003 e il 2004, una “abnorme e strumentale valutazione» di alcuni calciatori”. L’accusa riguarda la violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza, la stessa per cui la Juventus è stata penalizzata di 15 punti. In quel caso, le due società patteggiarono ricevendo una multa di 90mila euro.

La Juve nel 2023 per le plusvalenze di giocatori veri (e non fittizi) è stata condannata (da sola senza controparti) a 15 punti di penalizzazione, scesi poi a 10 dopo l’intervento del Coni. Sapete come sono stati calcolati i 10 punti? E’ divertente, anche perchè è la prima volta che tale criterio viene utilizzato nel diritto calcistico:  Per Paratici 4 punti di penalità;  3 per Agnelli; 2 per Arrivabene; 1 per Cherubini.  In totale 10 punti che soddisfano criteri di afflittività,  proporzionalità e ragionevolezza. Vi convince? Hanno dato i numeri.

Tale evidente abnorme condanna è stata poi mitigata dal patteggiamento intervenuto tra le parti per la cd manovra stipendi. Adesso tocca a Ceferin, dopo che abbiamo visto ancora una volta come la Giustizia sportiva sia una buffonata e non voglia neppure punire allo stesso modo fattispecie uguali.