L’inclusione vista dagli alunni

Cara nonna, tu come stai? Io bene, tu mi chiedi sempre come mi trovo nella nuova scuola in prima media. Oggi ti voglio raccontare tutto ma proprio tutto. La scuola è grande e bella e anche rumorosa. In classe tutte le mie paure, e mi prendevi in giro, sono finite perché siamo tutti quelli della quinta elementare che ci siamo iscritti tutti alla A. Ci sono poi altre tre alunne e Franchino detto subito da noi Francone perché è alto due metri. Lui è un tipo particolare ma per davvero, è pure grosso e ha due mani enormi, e in questi mesi tutto quello che è successo lo dobbiamo a lui. Infatti non parla normale ma sempre gridando e gesticolando e non aspetta la risposta. Alza le mani a chi non lo ascolta e non può vedere i compagni maschi. Lui dice a tutti che lo debbono lasciare stare che ha problemi, ma poi è un attaccabrighe manesco.I professori sono tutti disperati perché non sanno come prenderlo e si parla solo di lui. Per noi va bene che non facciamo lezione e quando un prof entra in classe comincia la tiritera. Stai buono Franchino, non fare questo Franchino, questo non lo puoi fare, stai seduto, vuoi uscire? Ben presto lui si alza e comincia a infastidire un compagno poi passa ad un altro e ad un altro ancora gli dà uno schiaffo. Quello piange e allora la prof di italiano lo vuole mandare dal preside. E allora lui fa: si, mandatemi dal preside che ha detto mamma che se mi aumentano i problemi sa lei quello che deve fare e con chi deve prendersela. Avete capito che io ho i problemi e i prof devono usare tutti i mezzi che sanno loro, non mi dovete rompere che se mi viene il nervoso io spacco tutto? Veramente non lo dice così ma faccio la traduzione italiana delle parole che usa in dialetto. Non capiamo tutto perché usa parole che non conosco né io né gli altri, tante sono parolacce. Con la scusa di Francone passa il tempo e così ogni giorno e ogni ora abbiamo uno spettacolo. All’inizio ci spaventavamo vedendo i prof arrabbiati e nervosi per colpa sua. Ma ora la prendiamo a  ridere e cosa dobbiamo fare? Le giornate passano così, il preside viene sempre a vedere cosa succede e lui è tutto contento e ci dice lo vedete che qui sono importante e voi non contate niente? Insomma cara nonna mia stiamo facendo poco di programma e nessuno di noi ha un voto e non so come possono giudicarci. Francone a noi donne non ci fa niente che dice che la mamma non vuole, certe volte si arrabbia ma sappiamo come calmarlo. Adesso devo andare, ti ho raccontato tutto, il resto alla prossima. Un bacione

NB Questa è una lettera vera scritta da una ragazzina di prima media