Tonino Iacopetta è stato un amico professore che ho avuto modo di conoscere quando facevo ancora il supplente. La notizia della sua scomparsa, nel modo più banale che ci possa essere, mi rende questo capodanno tristissimo perchè con lui se ne va appunto un uomo acuto e molto intelligente e vanno via anche tutti gli anni che abbiamo trascorso assieme. Io non m’intendo di poesia ma in questi anni l’unico che mi trasmetteva qualcosa leggendolo era Tonino. Questo ho fatto in tempo a dirglielo. Ci siamo conosciuti perchè lui faceva il presidente alla maturità e allora per esaminare i cd “privatisti” si dovevano chiamare i prof “aggregati”. Per esaminare in “diritto” lui chiamava me e così ben presto, tra me alle prime armi, e lui già esperto, si è creata un’intesa e fiducia tale che i lavori della commissione me li faceva seguire in prima persona sentendosi sollevato da tanti adempimenti burocratici. Fu così che per alcuni anni ci ritrovammo in giro a fare gli esami ed ebbi modo di conoscerlo ed apprezzarlo. Le apparenze ingannano, non lo sapevo ancora, aveva un’aria arcigna ed era invece troppo divertente. La sua preparazione letteraria era straordinaria così, nel momento in cui si trattava di esaminare ragazzi che non sapevano fare una o col bicchiere, Tonino tendeva a non perdere tempo. Insomma, era sbrigativo come se mi dicesse: ma che ci stiamo a fare qui io e te con queste cose? Cosa c’entriamo noi e la cultura con queste bagattelle? Da lui ho imparato molto, e la prima cosa è stata come trattare con alunni e colleghi: mai prenderli sul serio. E poi tante accortezze come per es. preparare il pacco finale da soli senza essere sopraffatti dalla fretta finale dei commissari. Tutte queste esperienze insieme hanno cementato la nostra stima che gli anni hanno reso ancor più solida. Di Tonino mi resteranno soltanto ricordi belli e divertenti, e l’unico che voglio divulgare a tutti è il seguente. Eravamo a Vibo, ormai affiatati, lui mi delegava i lavori della commissione e ogni mattina contento usciva per recarsi in una libreria vicina. A fine mattinata tornava a scuola e lo vedevamo completamente ricoperto di polvere, perchè era andato alla ricerca di vecchi testi in un deposito inaccessibile della libreria. Questo archeologo della poesia e della cultura che conosceva così bene i testi letterari come le persone, pieno di ragnatele e ingrigito dalla polvere, lo ricordo ancora vivamente come se lo avessi visto l’ultima volta ieri. Ecco, la scuola mi ha fatto conoscere alcune persone straordinarie, e Tonino è stato uno di quelli ai quali ho voluto più bene. Il fatto che, come gli dicevo, capisse poco di politica e di adempimenti formali, era del tutto secondario per un intellettuale che riusciva a parlare con Attilio Bertolucci come se discutesse con me. Addio, pirata della poesia, vissuto a Lamezia accanto a noi in tempi indecifrabili.
PER FINIRE
E, per finire, un libro:
di sole pagine
bianche.
Per dare pace
ai miei pensieri
stanchi (da L’Ultima Riva,1998)