La scuola ricominci dagli orari

L’istituto superiore “Ettore Majorana” di Brindisi ha annunciato l’intenzione di sperimentare l’inizio delle lezioni alle 10, per consentire agli studenti di poter entrare a scuola più riposati. Non sono il solo a pensare che sia la scuola a doversi adeguare ai ritmi degli alunni e non viceversa, per cui ritengo ormai matura la necessità di progettare una scuola che apra alle 9,30 e chiuda alle 17,30 (pausa pranzo di un’ora), dove si studia e si fanno i compiti. Lasciato l’edificio, studenti liberi di non pensare più allo studio. Una scuola come luogo delle lezioni e dello studio, dove si fanno insieme (peer education) quelli che oggi sono i terribili compiti per casa, con insegnanti che pertanto spiegano ma anche osservano i propri alunni mentre apprendono: svolgono esercizi, temi e problemi. Tutti impegni extrascolastici ora delegati ai poveri genitori, spesso al centro del mirino: suo figlio a casa non studia (abbastanza)! I risultati negativi degli alunni vengono infatti sempre addebitati ai genitori (colpevoli di non sorvegliare lo studio a casa dei figli) assolvendo la scuola e i suoi eterni rituali.  Cosa direste di un maestro di tennis che spiega in un’aula i movimenti del gioco e poi invita gli alunni ad esercitarsi a casa? Eppure è quello che fa la tradizionale scuola italiana, nella quale il prof  spiega ed assegna per casa. Si chiama didattica trasmissiva. Per renderla più attraente oggi la scuola viene arricchita da tanti progettini-ini-ini superflui ed inutili (fumo negli occhi). Perchè inutili? Perchè se  un alunno trova difficoltà a fare un tema o un’equazione, ha bisogno di un prof che lo segua da vicino, come farebbe un precettore o… un maestro di tennis. Non migliorerà mai se invece di questa personalizzazione dell’insegnamento gli facciamo fare tante altre cose (teatro, musical, viaggi, convegni…) utili e belle, ma secondarie. Per gustare la marmellata prima devi avere il pane dove stenderla. La scuola è inutile che si trucchi per rendersi più attraente se non ripensa radicalmente la sua didattica e i suoi orari, cosa e come si insegna. Basta saper guardare al di là del proprio naso.

Spiega lo studente Francesco Gengaroli, in visita ad una scuola finlandese (su edscuola.it): Una lezione scolastica finlandese è composta, generalmente, da 45 minuti di lezione e 15 minuti di intervallo. In questi 15 minuti gli alunni sono fortemente invitati a uscire in giardino e giocare. Pioggia, non pioggia, vento o neve non influenzano questa regolarità. Il tempo dedicato al gioco è un aspetto estremamente importante nella vita scolastica finlandese. I docenti finlandesi godono di un grande prestigio sociale e hanno una notevole autonomia nella progettazione dei loro programmi scolastici e nella scelta dei materiali didattici. Tutto questo è incentivato dal fatto che il loro stipendio medio è molto più elevato rispetto a quello italiano. Inoltre, i docenti finlandesi cercano di differenziare il più possibile i propri metodi d’insegnamento in modo tale da coinvolgere il maggior numero di studenti e facilitare così lo studio. Si studia per imparare e non per passare. Un aspetto importante di tutte le scuole finlandesi sono le Special classes, cioè classi che accolgono studenti con difficoltà di apprendimento o studenti che hanno delle carenze in specifiche materie. Generalmente queste classi sono di piccole dimensioni, molto confortevoli e accolgono gruppi ristretti di alunni. I docenti delle classi speciali hanno una formazione diversa rispetto agli altri insegnanti e, molto spesso, utilizzano strumenti innovativi per favorire una maggiore concentrazione da parte dei propri studenti. La scuola finlandese cerca di spiegare ai propri alunni che qualsiasi persona nella vita può aver bisogno di aiuto, non solo a scuola, ma anche nello sport, nel lavoro, nella musica o in qualsiasi altro ambito. Per questa ragione le classi speciali non vengono considerate dai finlandesi come un modello di esclusione, ma solo uno strumento per valorizzare le potenzialità di ogni singolo studente. Noi ci trastulliamo con le sigle, Bes, Dsa, Pai…