Vorrei avere un euro per ogni grazie che dice Conti in questo suo Sanremo. Ringrazia ogni minuto tutti. Insopportabile un Sanremo by Carlo Conti “I migliori anni”. E’ tutto un Grazie e un saluto/omaggio al passato, a Enzo Bosso che ci ha lasciato troppo presto, a Mike che lo presentò, e anche a Pippo che ci guarda da casa, finanche a Nelson Mandela che gli viene in mente non so perchè, E’ una sommatoria di omaggi, e inchini fatti a quelli che ci hanno preceduto, Garibaldi e Cavour, San Francesco e Santa Chiara, Mazzini e Leopardi, Manzoni e Verdi, sino a Falcone e Borsellino. Non possiamo dimenticare nessuno nella visione (o poetica) di Conti la lampada, perchè a Sanremo si fa la storia d’Italia dal 1951 (sono passati veloci questi anni feroci) e intorno a questa gara canora nella sua poetica si riunisce la nazione, dai nonni ai figli ai bambini, e tutti vedono e poi commentano adesso sui social.
Prima che cominciasse Sanremo, dopo aver letto i testi delle canzoni selezionate, ho scritto un post sul forum tv di Aldo Grasso intitolato ” Il ricatto del contenuto” : ci sono canzoni che vogliono solo vincere il premio della Critica. Quest’anno la canzone di Cristicchi, non a caso rifiutata da Amadeus nelle scorse edizioni, è la quintessenza della furbizia adatta alla tv del dolore. Non è una canzone, è una poesia che portata all’Ariston dimostra l’avidità di chi esibisce le sofferenze altrui. Che cosa vuole Cristicchi da noi? Farci piangere? E se piangiamo, ci fa bene? A lui fa bene certamente.
Questo matrimonio a cui si invitano tutti i familiari e gli amici è condiviso con gli avi che non ci sono più e che però hanno fatto grande questa famiglia. Nella festa è mischiato dunque anche il lutto, perchè se nel presente ci vuoi ogni momento inserire il passato il ricordo immalinconisce il tutto. E’ qui la festa? domanda Jova, mentre s’imbuca finanche il Papa, e tutte le astrattezze del mondo, la bellezza, la pace, l’amore, la dedizione, vengono rappresentate da qualcuno. Senza monologhi stavolta tra una canzone e un’altra, ma con l’eterno ricatto dei contenuti che ad un Cristicchi qualsiasi fa scrivere una poesia sull’Alzheimer della mamma e la legge come se fosse una canzone. E dunque tutti in piedi perchè noi italiani riconosciamo sempre tutto ciò che è nobile anche se furbo.
PS= La canzone di Brunori è degregoriana, ma consiglio di ascoltarla senza vedere il video che ha realizzato. Con il contributo di Calabria Film Commission e la regia di Giacomo Triglia il video è una festa di compleanno per la bambina realizzato in un cantinato. Roba da dilettanti, perchè questo rimaniamo noi calabresi, eterni dilettanti convinti che anche nel presente si possa fare tale e quale quel che facevamo nel passato (ovvero, la poetica di Carloconti)