(Corriere della Calabria) «Da quando abbiamo ufficializzato come USB la nascita di uno sportello dove vengono raccolte le denunce di docenti e ata in merito ai comportamenti ritenuti vessatori e illegittimi da parte di dirigenti scolastici, i casi che ci sono stati sottoposti sono veramente tanti. Alcuni sono i “classici” casi, oramai purtroppo sempre più frequenti, frutto di una volontà di autoritarismo che una parte dei dirigenti manifesta. Altri veramente forti, assolutamente eccessivi e inaccettabili. Uno sicuramente al di fuori di ogni immaginazione, inconcepibile. Ne abbiamo viste tante in tanti anni di attività sindacale nelle scuole di vicende brutte, ma una così pesante fatta di vessazioni e intimidazioni fino a quel che appare un vero e proprio mobbing verso una lavoratrice colpevole di non piegarsi non lo ritenevamo neppure pensabile. Così, se non avessimo visto gli atti e i documenti prodotti, ascoltato le registrazioni effettuate dalla docente, letto con attenzione la montagna di denunce ed esposti prodotti dalla docente, non avremmo mai pensato che fosse possibile accadere questo in una Scuola. Una vicenda in cui la fa da protagonista quella che appare l’arroganza infinita di una dirigente scolastica che sembrerebbe voler instaurare un vero e proprio regime e che evidentemente si sente sicura e garantita. Succede a Filadelfia, centro in provincia di Vibo Valentia. E purtroppo succede in una Scuola della Repubblica italiana, un luogo che per definizione dovrebbe essere libero da simili accadimenti e che dovrebbe avere come sua unica ragion d’essere l’istruzione e la formazione dei giovani». Lo afferma in una nota l’Usb Scuola Calabria. «La scuola in questione – prosegue l’Usb Scuola Calabria – è il Liceo Scientifico dell’Istituto Omnicomprensivo, che comprende dalle scuole dell’infanzia alle superiori e che quindi ospita l’intero mondo adolescenziale del paese dai 3 ai 18 anni: certo questi ragazzi e queste ragazze avrebbero bisogno di ben altro esempio! Dalla lettura degli atti, appare come la dirigente di questa scuola abbia sempre mostrato un volto duro per far capire chi comanda e la regola aurea del silenzio e dell’obbedienza. A farne sin da subito le spese una professoressa, apprezzata docente al liceo, di lunga e stimata carriera, senza mai un attrito qualsiasi tantomeno problemi di contestazioni, ma con una grave colpa: non si sa né vuole piegare e genuflettere alla dirigente e, in maniera educata ma ferma, intende difendere la dignità del suo lavoro. Intollerabile per come la dirigente interpreta il suo ruolo, così inizia la lunga sequenza di atti ostili alla docente, con ogni tipo di abuso e discriminazione, che dura da anni. Dall’esclusione dalle attività didattiche in maniera assolutamente illegittima e in violazione delle normali procedure ai tentativi di isolarla dal resto del corpo docente e di denigrarne l’operato, imponendo alla scuola pratiche didattiche scorrette con la chiara finalità di delegittimare la professoressa., finanche con le famiglie e gli studenti attraverso accuse ingiuste e infondate. Non riusciamo a comprendere come sia possibile che le diverse denunce ed esposti in merito, tutti debitamente dettagliati e circostanziati e rivolti a varie istituzioni amministrative e giuridiche, non abbiano mai avuto riscontro, nonostante siano suffragate da documentazione probante e persino da certificazioni ospedaliere. Persino le relazioni di più ispezioni ministeriali che stigmatizzavano tutte quelle che riteneva gravi violazioni nella gestione della scuola non hanno portato al giusto esito. Così come senza conclusione sono rimaste le varie richieste di incontro alla direttrice generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, destinate a cadere nel vuoto. A questo punto si può esercitare il legittimo sospetto che ci sia una cupola di protezioni a diversi livelli che garantirebbe garanzie di impunità alla dirigente, altrimenti è assolutamente inspiegabile quanto accade lì e il silenzio che lo circonda: come è possibile che nessuna autorità competente pure chiamata in causa abbia mai preso misura alcuna? Ancor peggio quel che accade ai livelli dell’Amministrazione scolastica provinciale. Invece di intervenire per stabilire la verità dei fatti e riportare un clima di serenità e normalità, l’ATP di Vibo inspiegabilmente emana due provvedimenti disciplinari ai danni della docente che ingenua aspetta invece che qualcuno accerti i fatti reali. Questi due provvedimenti, leggendo la documentazione in nostro possesso, appaiono illegittimi nel merito e nel metodo. Il primo provvedimento, assunto nonostante il supporto di prove audio e documenti ufficiali che dimostravano inconfutabilmente come le accuse ai danni della docente fossero false e frutto di un complotto, viene addirittura firmato da chi proprio in quella data non stava ricoprendo il ruolo di dirigente dell’ATP dunque non poteva ricoprire l’incarico di Presidente della Commissione Ufficio Procedimenti Disciplinari. Del secondo provvedimento pare non venga comunicato neppure l’apertura di un procedimento e dunque veniva negato alla docente il diritto alla difesa. Il “processo” cioè avverrebbe senza contenzioso tra le parti e senza ascoltare l’“imputata”: imparzialità e trasparenza massime, non c’è che dire! E’ arrivato il momento di mettere la parola fine a questa triste vicenda e che si intervenga subito per interrompere quella che a nostro avviso è una vera e propria persecuzione che sta mobbizzando la docente. Riteniamo – dice ancora l’Usb Scuola Calabria – che l’Ufficio Scolastico Regionale debba immediatamente operare sulla dirigente dell’Omnicomprensivo di Filadelfia con la dovuta determinazione e, in caso contrario, continueremo a denunciare questa aberrazione chiedendo il diretto intervento del Ministero. Né può rappresentare giustificazione valida l’assenza all’USR Calabria di un direttore generale da oramai sei mesi, la qual cosa contribuisce certo alla assenza di un indirizzo gestionale della Scuola calabrese che, a dire il vero, manca da anni visto le ultime figure apicali di quell’Ufficio e le note vicende che ne hanno caratterizzato la vita. Il silenzio delle altre Organizzazioni Sindacali, che ben conoscono la vicenda, non ci stupisce visto il livello di timore reverenziale e di complice omertà che hanno scelto da tempo verso gli ATP e i dirigenti scolastici in tutta la regione».
Maria Viscone, dirigente scolastico dell’istituto omnicomprensivo di Filadelfia, uno dei più articolati agglomerati scolastici della provincia vibonese, con 12 plessi di ogni ordine e grado, che coprono l’intero arco temporale dell’età dell’obbligo: 4 dell’infanzia, 4 primarie, 2 medie e 2 istituti superiori (un liceo scientifico e un professionale), dislocati in tre diversi territori comunali.