Putin/Si sonda con le baionette: se trovi mollezza, spingi

La segretaria dem ha scelto fin da subito di usare toni netti contro il piano von der Leyen di riarmo, ma una parte del suo partito e gli alleati socialisti europei non la seguono. Mercoledì 12 marzo il Parlamento europeo voterà la risoluzione sul piano, ed Elly dovrà scegliere da che parte stare: con Conte e Landini o con i socialisti europei

Forse la migliore analisi della strategia di Putin è quella offerta da un vecchio detto di Lenin: «Si sonda con le baionette: se trovi mollezza, spingi. Se trovi acciaio, ti fermi». A segnalarlo è Andrew Chakhoyan, in un accorato articolo pubblicato oggi su Linkiesta, che così rilegge l’ultimo mezzo secolo di imperialismo russo (e cecità occidentale): «Nel 1999, il Cremlino puntò la sua baionetta sulla Cecenia. Ma può un popolo di un milione di persone resistere a un colonizzatore grande come la Russia, quando il mondo libero se ne infischia? Saltiamo al 2008: Mosca invade la Georgia. L’Occidente esprime “profonda preoccupazione”, ma di fatto si limita ad alzare le spalle. Nel 2014, il Cremlino affonda la sua baionetta in Crimea. Washington brandisce un bastone talmente fragile da non lasciare nemmeno un graffio, mentre Berlino offre una carota, accelerando la firma di Nord Stream 2. Perché premiare un atto di aggressione, un crimine secondo il diritto internazionale? Cosa dice questo della credibilità del mondo libero? E che segnale invia al prossimo tiranno revanscista che sta alla finestra ad aspettare il suo turno? Non sorprende che, subito dopo la Crimea, le truppe russe abbiano invaso l’est dell’Ucraina. Ma il mondo libero ha preferito fingere che fosse una “rivolta locale”. Chiamare le cose con il loro nome avrebbe significato intervenire. E allora si è scelto di guardare dall’altra parte». Per tutta risposta, come è noto, è arrivata l’invasione del 24 febbraio 2022. E il bello è che ancora stiamo qui a discutere della necessità di dialogare con la Russia.