Cosa direbbero oggi a Schlein & gruppettari tanti personaggi che non ci sono più

Sul piano di riarmo europeo, Schlein supercazzola ha perso la battaglia interna con l’ala riformista e si è isolata in Europa. Ora conta i giorni che la separano dalla manifestazione di sabato 15 marzo a Roma in difesa dell’Europa (e contro la difesa dell’Europa, visti i successivi distinguo di Michele Serra e altri). In questi giorni a me passano per la testa varie immagini di personaggi scomparsi e che mai come in questo momento sarebbero serviti per orientare l’opinione pubblica. Certo, si sono svegliati Prodi, Veltroni, Gentiloni, Zanda, ovvero teste pensanti che hanno finalmente capito la politica vera (non quella dichiarata) della svalvolata multigender come la chiama Dago. Isolarsi in Europa e prendere le distanze dai socialisti europei oggi nel 2025 con Trump e Putin in piena azione, è un incubo per me, e mi immagino cosa passi in queste ore per la testa di Mattarella attaccato dai russi come non ci era mai capitato di ascoltare.

Ma da lassù cosa starà borbottando il suo predecessore Napolitano? In altri termini, si riesce a capire che la sinistra comunista per tenere unito questo nostro paese ha mandato al Quirinale per ben 4 mandati i suoi uomini migliori che possiamo definire senza essere smentiti due riformisti? Due riformisti che con la politica di Schlein, dei populisti, dei centri sociali, dei gruppettari, dei puri e duri non c’entrano nulla. Quanto ci manca oggi un Eugenio Scalfari che con il suo veicolo, Repubblica, ha scortato i comunisti verso un approdo europeo, abbandonando terze vie, nènèismo, sino alla famosa confessione di Berlinguer (proprio quello che Schlein ha messo sulla tessera del partito) di sentirsi più sicuro sotto l’ombrello Nato. Adesso che Trump il 6 marzo ha detto ai Paesi membri della Nato che non spendono abbastanza nel settore della difesa. “È il buon senso. Se non pagano, non li difenderò”, che facciamo? Rispondiamo che siamo contenti, come lo sono Conte, Fratoianni e Bonelli, di smantellare la Nato? Ma in questi giorni, ci immaginiamo cosa avrebbero scritto proprio su Repubblica Umberto Eco e Italo Calvino? E Beniamino Placido, vecchio azionista, vedendo in tv questi pacifinti che dicono le stesse identiche cose di Salvini, questi bipopulisti che vogliono avere un filo diretto con Trump, come Meloni e Giuseppi Conte, cosa avrebbe detto?

Niente, dobbiamo aspettare che in tv appaiano firme del Corriere come Rampini e Buccini oppure Paolo Mieli e Luigi Zanda per non sentire solo e sempre l’irato Cacciari e il flemmatico Caracciolo. Che tempi tristi che stiamo vivendo senza la presenza di tanti intellettuali che ci stimolavano a pensare meglio. Era il 1988 e Beniamino Placido scriveva:

Michele Santoro: che non prende mai la parola senza fare preventivamente la faccia feroce. Solo che è afflitto – poveretto – da una faccia morbida, bonaria e tondeggiante da romano pacioso. Sicché, quando appare lui in video, si ha l’ impressione di ritrovarsi davanti – che fortuna – a “Gigi er Bullo”, noto personaggio del folklore popolare romano, che minacciava tutti e non spaventava mai nessuno: “Scansateve tutti, che’ mo’ passa Giggi.”

Immaginatevi se quella faccia Placido l’avesse vista oggi, imbolsita, mentre ci spiega un concetto ponderato contenuto nientemeno in una famosa canzone dei Giganti “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”.