I piani sequenza di Adolescence una magnifica serie inglese

(Wired) Adolescence, su Netflix, è una serie potente e coinvolgente, straziante e snervante, ma soprattutto rilevante. Non tanto per la sua qualità – eppure è un prodotto pressoché perfetto – ma perché si offre di raccontare una storia che può avere un impatto sociale salvifico nella realtà. Non è una visione facile, ma ciò che questo show inglese eloquente e coraggioso vuole dire, va ascoltato. In quattro episodi, segue il caso di omicidio di una ragazzina inglese. Un tredicenne, Jamie (Owen Cooper), viene arrestato perché sospettato di averla accoltellata nel corso della notte precedente. La polizia irrompe a casa dei Miller, poi trascina il figlio minore, atterrito, alla stazione di polizia. Per la famiglia, composta dalla sorella Lisa (Amélie Pease) e dai genitori Eddie (Stephen Graham) e Amanda (Christine Tremarco) inizia un calvario lungo un anno, dall’arresto fino alla sentenza. Ognuna delle puntate è autoconclusiva e girata in un’unica ripresa. È come essere lì.

La storia di Adolescence racconta fatti che si sviluppano sul piccolo schermo quasi in tempo reale, una sensazione che punta a coinvolgere lo spettatore nella vicenda e che è ottenuta per mezzo di una regia avvincente che sfrutta il piano sequenza.
Ogni episodio è girato senza tagli, in un’unica ripresa.
L’espediente non è nuovo per il cinema e nemmeno per la tv ma conferisce alla miniserie un carattere interessante teso ad amplificare la portata delle emozioni di questo intenso dramma familiare dalle sfumature crime.
La regia è di Philip Barantini; tra i produttori c’è Graham e anche Brad Pitt.

Il primo episodio segue in tempo reale il blitz di primo mattino di un piccolo plotone di poliziotti armati come se dovessero catturare Bin Laden. In centrale Jamie viene spogliato, esaminato, interrogato. Il secondo segue il detective Bascombe (Ashley Walters) alla ricerca dell’arma del delitto nella scuola di Jamie. Inorridisce vedendo i compagni del sospettato affrontare la tragedia con un atteggiamento leggero e derisorio. La terza puntata riporta la sessione, tesa e rivelatoria, tra Jamie e la psicologa Briony (Erin Doherty); il capitolo finale è ambientato il giorno del cinquantesimo compleanno di Eddie, quando i Miller ricevono una notizia risolutiva sul caso.

“Non sono stato io. Mi credi?”, è la prima battuta di Jamie al padre. “Certo che ti credo. Sei mio figlio”. Adolescence è una serie fondamentale per chiunque cresca adolescenti e preadolescenti: vederla aprirà un mondo sulla psiche di ragazzi che i più non avevano compreso, ma sarà una visione devastante. La miniserie è girata come se un osservatore invisibile si insinuasse nella tragedia di una famiglia vera. Questo espediente conferisce al dramma una qualità implacabile, da docu true crime. La mdp segue i protagonisti ovunque, in tempo reale, senza dare tregua, in modo claustrofobico e soffocante. Non è facile resistere.