Il mercato, questo oggetto misterioso. Quando un film ha successo tutti corrono a spiegare la ragione del successo. Ma il successo al botteghino lo decreta il mercato e nessuno sa prima cosa decreterà il mercato, altrimenti tutti i produttori asseconderebbero quello che vuole il mercato.
Quando compri il biglietto e vedi un film in una sala sei costretto o indotto a vederti tutto il film. Invece a casa un film o una serie ormai ci devono piacere subito. Altrimenti sbuffiamo. “Ma che noia, ma non è come le stagioni precedenti” sbuffano quelli che sono arrivati alla quinta puntata della terza stagione di The withe lotus, una serie di cui si parla in questi giorni. Ormai non si ha più pazienza e anche al cinema o in tv sta succedendo quel che è avvenuto per le canzoni, le quali non hanno più l’intro, o la musica iniziale, perchè devono piacere o sorprendere nei primi 20 secondi. Ecco perchè (per la sua durata) forse la serie tv Adolescence con le sue 4 puntate è piaciuta tanto, oltre che per il contenuto e i piani sequenza con cui è interamente girata. Certo, 73 episodi in otto stagioni del Trono di spade forse ce li siamo gustati perchè dopo la prima stagione eravamo entrati tutti in quel mondo e i personaggi, le trame, le riprese, ci hanno avvinti, che è qualcosa di diverso dall’interesse, si crea un legame, un bisogno di sapere, di continuare a sapere cosa succederà. Ma -appunto- ciò è successo dopo una intera stagione almeno, una sola puntata può interessarti ma non basta a legarti, a renderti dipendente dalla visione. Per esempio ho cominciato a vedere una volta Ripley, una miniserie televisiva statunitense in 8 puntate del 2024. Mi è rimasto impresso che prima di vederla lessi (su Wired) “Il trionfo della forma sulla sostanza, dello stile superbo su una narrazione magistrale e distaccata, Ripley è una serie di genere thriller psicologico tinta di noir. Algida e sontuosa, inquietante e provocante, è la rivisitazione per il piccolo schermo del romanzo di Patricia Highsmith dedicato al personaggio dell’inafferrabile truffatore Tom Ripley. Ambientato nel 1961, lo sceneggiatore e regista premio Oscar Steven Zaillian, autore di Schindler’s List e della serie di Hbo The Night Of immerge la storia in un abbacinante bianco e nero. Influenzato stilisticamente dal neorealismo italiano, dal Fellini di La dolce vita (e dei gialli hitchkockiani), adatta il suo stile visivo unico a un’atmosfera noir, sublime e congelata nel tempo“. Bene, sono riuscito ad arrivare in fondo solo perchè le recensioni erano così superlative da non farmi capire tutta la noia che provavo puntata dopo puntata. Alla fine tutto sommato mi è piaciuta ma non da consigliarla come imperdibile ad un amico. Ci vuole sempre molta pazienza, per tutto, e adesso è proprio quella che ci manca. Nel terzo secolo la pazienza ha fatto la fine delle cabine telefoniche, quei luoghi in cui ti chiudevi usando i gettoni per telefonare.