(articolo pubblicato su Il Mio Libro) Vorrei ricordare una frase del pensatore politico francese Charles-Louis de Secondat, barone di La Brède e di Montesquieu, meglio noto solamente come Montesquieu (1689-1755). Per considerare il suo valore e la sua intelligenza, oggi basti pensare che è stato il fondatore della teoria politica della separazione dei poteri. La democrazia, ancora ai nostri tempi, è fondata sulla separazione e sull’equilibrio dei poteri. Ma c’è un concetto di Montesquieu che forse dovremmo meditare a lungo, ed è il concetto di «libertà». La citazione è tratta dalla sua opera più importante e monumentale, “Lo spirito delle leggi (L’esprit des lois)”, frutto di quattordici anni di lavoro. Eccola:
« Quando l’innocenza dei cittadini non è garantita, non lo è neppure la libertà. Per avere una tale libertà, occorre che il governo sia tale, che un cittadino non abbia ragione di dover temere un altro cittadino…La libertà non consiste nel fare ciò che piace. Chi è che stabilisce quello che si deve fare? Le leggi. La libertà allora è il potere delle leggi, non già quello del popolo. La libertà è il diritto di fare tutto ciò che le leggi permettono! Infatti, se un cittadino potesse fare ciò che esse proibiscono, non avrebbe più libertà, poiché anche gli altri acquisterebbero un tale potere».
Ai giovani che anelano alla libertà, a tutti coloro che hanno fatto della Libertà una bandiera, un’ideologia, un sogno, a tutti coloro che hanno aggiunto alla Libertà altre parole, come Giustizia, Eguaglianza, Fratellanza, forse per limitarla o forse per completarla, Montesquieu spiega, a me pare, per quale ragione la stiamo perdendo o forse l’abbiamo perduta.